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Tredicesimo arresto per "nonna cocaina"

Cocaina

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In oltre 30 anni di «carriera» ha collezionato ben tredici arresti per quasi tutti i tipi di reati. Le prime manette le hanno serrato i polsi nel lontano 1973, a soli 35 anni, per resistenza a pubblico ufficiale. Ma è la droga che ha regalato nel tempo la scomoda e involontaria fama a Silvana M., conosciuta da tutti ormai come «Nonna cocaina». Dopo innumerevoli notti passate in carcere, dopo processi, condanne e mesi confinata in casa a scontare le pene più varie: dal furto al gioco d'azzardo fino alla contraffazione, l'arzilla settantunenne deve la sua iscrizione negli archivi delle forze dell'ordine soprattutto alla droga. Già, la droga: il suo vizio preferito, la sua fonte maggiore di guadagno. Conosciutissima ormai in zona «Lotti» e non solo come nonna cocaina, si è tenuta negli anni il suo nutrito giro di clienti, piccoli spacciatori e tossicodipendenti, che hanno fatto del suo appartamento di Ostia Ponente un punto di riferimento sicuro dove trovare la dose quotidiana. Della sua casa, arredata senza eccessi, aveva fatto un centro di smistamento per la droga. Tra quelle mura, dove ha sempre vissuto da sola da quando i suoi figli si sono trasferiti fuori città, ha passato mesi e mesi confinata agli arresti domiciliari: sempre per colpa della coca. Ma Silvana non si è mai data per vinta e i suoi fedeli «ospiti» non hanno mai smesso di farle visita. È stato proprio il continuo viavai a far scattare ieri l'ennesima perquisizione domiciliare. Quei carabinieri che già il 13 gennaio la pizzicarono fuori casa sebbene già condannata ai domiciliari, l'altro pomeriggio l'hanno arrestata per la tredicesima volta con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. L'irruzione dei militari, in qualche modo, la «nonna» se l'aspettava pure: vero è che la cocaina l'aveva nascosta bene. Eppure l'effetto sorpresa non è mancato neanche stavolta quando, dopo un'accurata perquisizione, i carabinieri le hanno trovato e sequestrato 60 grammi di cocaina, già divisi in dosi, sistemati nel doppio fondo di una bomboletta spray e altre tre bustine di polvere bianca che custodiva gelosamente come «riserva» nel reggiseno.

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