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Nomadi: Roma vara il "numero chiuso"

Il sindaco di Roma Gianni Alemanno

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{{IMG_SX}}Roma vara "il numero chiuso" per i nomadi. Un tetto massimo di 6.000 persone censite da integrare «nella legalità e nella solidarietà» che vivranno in soli 13 villaggi autorizzati, che cancelleranno una «vergogna europea» ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno.A via di Salone le ruspe stanno già lavorando per trasformare l'inferno in paradiso: villette con veranda per le 500 famiglie che ci vivono, acqua, luce, gas e fogne a norma, e strade asfaltate, così quando passano i camion che lavorano nelle aziende della zona la polvere non gli entra in casa. Il campo di via Salone, location scelta dal sindaco Gianni Alemanno per la presentazione del Piano nomadi, ieri pomeriggio, sarà uno dei 13 villaggi (ma tra questi ce ne sono due nuovi dentro Roma e la località è top secret, sennò cominciano le proteste; più uno a Latina su un campo di proprietà della Regione) dove vivranno i 6.000 nomadi, è questo il tetto, che il comune di Roma vuole «integrare in sicurezza», «nella legalità e nella solidarietà», un «modello romano» su cui cammineranno anche «Veneto e Piemonte», e che sarà presentato come «modello» anche ai «nostri partner europei» ambisce il ministro dell'Interno Roberto Maroni, presente in conferenza stampa. E i nomadi ringraziano facendo sparire le sedie dove sedevano i giornalisti un attimo dopo la fine della conferenza stampa sull'atteso Piano Nomadi, realizzato dal commissario straordinario per l'emergenza nomadi cioè il prefetto Giuseppe Pecoraro in collaborazione con il Comune di Roma, insieme con il sindaco di Roma Gianni Alemanno, al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e all'assessore alle Politiche sociali del Campidoglio, Sveva Belviso. Se questo è l'inizio, poveri i nostri soldi, quei 50 milioni di euro che serviranno a «cancellare la vergogna europea» aveva appena finito di dire Maroni (19 milioni e mezzo per Roma, 16 per Campania e 16,7 per Milano) per realizzare strutture che daranno una «risposta moderna» all'emergenza nomadi e anche lavoro come operai ai nomadi. Ecco il piano in sintesi. A fronte dei 100 attuali campi nomadi, tra regolari, tollerati e abusivi, ci saranno solo 13 villaggi autorizzati, per la maggior parte periferici e di medie dimensioni: Salone, Candoni, Gordiani, Camping River, Castel Romano rimarranno dove si trovano adesso ma verranno ristrutturati e ampliati così come Cesarina e Lombroso che saranno, però delocalizzati, ma sempre negli stessi municipi. A questi si aggiungeranno tre strutture al momento solo "tollerate" ma che verranno ristrutturate, La Barbuta, Salviati e Ortolani e due nuove aree sulle quali vige ancora il più stretto riserbo. Inoltre è previsto un campo di semitransito dove alloggiare i nomadi sgomberati che ora vengono sistemati nell'ex Fiera di Roma, la scorsa notte teatro di una rissa tra nomadi. A Latina, ha detto il prefetto Pecoraro, «su un terreno di proprietà della Regione Lazio è previsto un altro campo che andrà ad accogliere i nomadi che già vivono nella zona e quelli di Aprilia». Il prefetto ha auspicato anche che «non ci siano ricorsi per mantenere i termini prefissi». Il tetto dei nomadi è fissato in 6.000 nomadi, mentre il censimento ne ha contati 7.200, e il 25% non si è fatto censire. Saranno chiusi 9 campi tollerati, oltre a quelli di Naide e Dameta già sgomberati 5 giorni fa. Si parte con: Casilino 900, Tor de Cenci e La Martora con una riduzione del 50% del campo entro fine ottobre. Il piano prevede inoltre la chiusura di oltre 80 insediamenti abusivi, la ristrutturazione dei villaggi autorizzati e la ricollocazione della popolazione nomade avente diritto nelle nuove e all'interno di alcuni dei 7 campi attrezzati che verranno ampliati. Saranno realizzati presidi di vigilanza e socio-educativi, la consegna del documento di autorizzazione allo stanzionamento temporaneo (Dast) ai nomadi in possesso dei requisiti previsti dal regolamento, l'avvio delle operazioni di bonifica e recupero delle aree interessate dalla chiusura dei campi che verranno restituiti alla cittadinanza e infine il completamento delle operazioni di censimento effettuate dalle forze dell'ordine in collaborazione con gli uffici del dipartimento V diretto da Angelo Scozzafava (che è soggetto attuatore del Commissario straordinario) nei campi non autorizzati. Le forze dell'ordine inizieranno il censimento negli insediamenti abusivi e nei campi tollerati dopo la pausa estiva. La stima nei 14 campi tollerati è di 2.700 persone presenti e di 2.200 negli oltre 80 insediamenti abusivi. Le operazioni di chiusura riguarderanno oltre 80 insediamenti abusivi presenti sul territorio del Comune di Roma e 9 campi ad oggi tollerati. A questi si aggiungono i villaggi di Naide e Dameta sgomberati il 27 luglio 2009. I campi tollerati interessati alla chiusura sono: Casilino 900, Tor de Cenci, La Martora, Baiardo, Foro Italico, Monachina, Naide, Dameta, Arco di Travertino, Spellanzon, Sette Chiese. Si prevede dunque che entro fine ottobre si riuscirà a chiudere almeno il 50% di Casilino 900, Tor de' Cenci e La Martora. E parte il toto-siti misteriosi. «L'area di semitransito nell'ex Fiera di Roma» o «i nomadi nel Cpt di Ponte Galeria» azzarda più di qualcuno.

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