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Ostiense, pirata preso e rilasciato

L'incidente in via Ostiense (Foto Gmt)

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Èsuccesso di nuovo. Un altro pirata della strada è libero perché la giustizia italiana fa acqua da tutte le parti. E ancora una volta due genitori piangono un figlio senza vedere in galeria l'assassino. E pensare che il «killer» è stato per 24 ore in mano alle forze dell'ordine, chiuso in una cella di sicurezza. Poi la decisione choc di un giudice: non è lui il pirata, va liberato, il colpevole è un altro. Cioè l'uomo che era in auto con lui. Soltanto che quest'ultimo due sere fa è stato dichiarato innocente da altri giudici, che per di più hanno stabilito che il presunto assassino era il ragazzo fermato e poi rimesso in libertà. Che ora, ovviamente, è irreperibile. Un pasticcio giudiziario all'italiana: un innocente, senza reati alle spalle e con regolare permesso di soggiorno, rischiava anni di carcere. Un colpevole, che ha una lunga lista di precedenti penali, potrebbe invece farla franca. Tutto comincia l'8 luglio scorso sulla via Ostiense. Sono le nove del mattino quando Alessandro Frisoni, di 23 anni, è diretto in sella al suo scooter all'università per sostenere un esame. In un attimo, però, la sua vita viene spezzata da un'auto Fiat 600 che lo travolge, lasciandolo senza vita sull'asfalto. Dalla vettura scendono due ragazzi, un domenicano e un venezuelano, che scappano facendo perdere le loro tracce. Il giorno successivo, però, il domenicano, Angel De Jesus De Los Santos, di 24 anni, si costituisce. E fa anche il nome dell'amico che, secondo il suo racconto, era alla guida della macchina «killer». Nell'arco di poche ore entrambi vengono fermati dalle forze dell'ordine e passano una notte in cella in attesa della convalida del fermo. La mattina successiva, il pubblico ministero Pietro Giordano, in udienza chiede la convalida dell'arresto per il giovane venezuelano, S.Y., di 23 anni, e la scarcerazione del domenicano. Il giudice, invece, stabilisce l'esatto contrario: libero il venezuelano e in isolamento in carcere l'altro sudamericano. A questo punto il venezuelano, che ha ottenuto la libertà, fa perdere le sue tracce e il suo amico, assistito dall'avvocato Pietro Nicotera, fa ricorso ai giudici del Riesame per chiedere la scarcerazione perché innocente. «Al momento dello scontro non ero io al voltante, ma il venezuelano, è stato commesso un errore». Due sere fa la pronuncia del giudice della Libertà: «Angel De Jesus va scarcerato subito per carenza di indizi». Il Riesame ha dunque creduto alla versione del domenicano: «Quando abbiamo fatto benzina alle 7 del mattino al volante c'ero io, dopo però con il mio amico venezuelano - aveva raccontato Angel al momento dell'arresto - siamo andati a fare colazione e poi si è messo lui al volante ed è stato lui a travolgere Alessandro». Alle 9 del mattino, quindi, lo scontro mortale. Una versione che non è stata condivisa dal giudice dell'udienza di convalida, il quale aveva deciso di lasciare libero il ragazzo che invece è considerato il presunto assassino di Alessandro Frisoni: il venezuelano non ha un regolare permesso si soggiorno e ha precedenti penali. La famiglia della vittima adesso non ha più fiducia nella giustizia, tanto da arrivare a dire che adesso la «giustizia» se la farà da sola. «È assurdo, quando un giudice commette un errore - ha detto il presidente dell'assoziazione nazionale famiglie vittime della strada, la professoressa Giuseppina Cassaniti Mostraieni - va punito, non si può continuare così».

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