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Un bagno al mare? Solo a pagamento

L'assalto agli stabilimenti

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Libero accesso al mare? «Prego, ripassi in settimana perché il sabato e la domenica c'è troppa folla». Appositi varchi per permettere a chi non paga di raggiungere la riva? Non ce n'è traccia sul litorale del Lazio. E ancora. Fascia dell'arenile pari a 5 metri dalla battigia che deve essere sgombra da attrezzature balneari e altri oggetti ingombranti per consentire il libero transito? In realtà quell'area, nella maggior parte degli stabilimenti, specie nel weekend, è occupata dai lettini per abbonati e paganti. Le regole ci sono, ma non vengono rispettate. La Regione ha appena approvato un nuovo provvedimento, peraltro già fissato dalla Legge Finanziaria 2007, che sancisce il diritto per il bagnante di transitare negli impianti di concessione gratuitamente, «magari attraverso appositi varchi», per raggiungere la riva e poter anche fare il bagno. In poche parole si può entrare senza pagare nulla purché non si usufruisca dei servizi di quel determinato stabilimento. Ci siamo finti sabato e domenica bagnanti accaldati alla ricerca di uno stabilimento, a Ostia e Fregene, che ci facesse entrare per arrivare alla riva e fare un bagno veloce. Ne abbiamo visitati 20, soltanto quattro ci hanno consentito l'ingresso gratuito. Queste le scuse più banali: «Oggi c'è troppa folla, come facciamo a verificare se effettivamente non usufruisca poi dei nostri servizi?». Oppure: «Provi a ripassare nel pomeriggio, magari c'è meno gente». Qualcuno risponde di non sapere nulla di questo nuovo provvedimento. Un altro ci dice di conoscerlo, ma che «non è valido il sabato e la domenica». Il risultato è lo stesso: non si entra senza pagare. Quanto all'obbligo, recita il provvedimento, di «lasciare libera da attrezzature balneari e da altri oggetti ingombranti la fascia dell'arenile pari a 5 metri dalla battigia, per consentire il libero transito nonché eventuali operazioni di soccorso», basta fare una passeggiata sulla riva per accorgersi che in pochi lo rispettano. Fregene ne è un esempio. Visitiamo La Nave, Il Cigno, Il Delfino, Saint Tropez, L'Ondina: i lettini sono vicinissimi alla riva, a mezzogiorno non c'è praticamente più uno spazio libero neanche per camminare. Al Riviera stessa scena, con i lettini ancora non occupati dai bagnanti che giacciono a ridosso della riva, segno che la questione «lasciare l'area libera» non viene neanche presa in considerazione. A Ostia cambia poco e niente. Ci andiamo di domenica. I lettini impediscono qualsiasi libertà di movimento in riva già dalle 11. Non solo il limite dell'area da lasciare libera è totalmente ignorato, ma lungo il litorale di Ostia è un'unica lunga distesa di migliaia di lettini sui quali si infrangono le onde del mare. «Sono i bagnanti a chiederci di stare il più vicino possibile alla riva», si giustifica il bagnino de La Vela. Ancora. Raggiungiamo l'Arcobaleno, Faber Beach, Le Dune, l'Ancora, chiediamo di poter entrare gratis, ci dicono quanto costa un ombrellone e un lettino. Al Picenum ci fanno entrare non senza guardarci prima un po' storto. Sono gentili, invece, a La Bicocca dove però non mancano di ricordarci che c'è un ottimo servizio bar e ristorante a nostra disposizione.

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