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Autodemolitori, roghi «mafiosi»

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Il Comune: strani casi. «Vivere verde»: guerra tra regolari e abusivi

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.È l'ipotesi che lancia il presidente dell'associazione «Vivere verde», Francesco Sconti, per spiegare la strana serie d'incendi. A luglio, cinque fino a oggi, quasi uno dopo l'altro: via Casilina, via dell'Almone, a Ostia, Vermicino e via di Pietralata, rispettivamente il 5, 12, 17, 22 e 23 del mese. Tutti depositi regolari. Per stabilire cause dei roghi e danni, alcuni dei quali vasti e "spettacolari", sono state aperte inchieste del Comando provinciale dei vigili del fuoco della Capitale e dei carabinieri del Nucleo ecologico di Roma per i presunti effetti sull'ambiente. I primi confessano dubbi: «Elementi concreti da far desumere che abbiano avuto una natura dolosa, pur tuttavia resta abbastanza difficile una causa accidentale». I secondi stanno verificando il rispetto delle norme. «Perché ci sarebbe una guerra tra operatori? I tempi per regolarizzare il settore - sostiene Sconti - sono stretti, Comune e Regione sono vicini al traguardo. I consorzi sono le vie di accesso per la regolarizzazione, hanno quote di rappresentanza all'interno di un ambiente in cui ci sono leader storici che è verosimile non vogliano perdere la loro posizione di primo piano». A «Vivere verde» hanno aderito due consorzi di autodemolitori, Roma Est1 e Roma Est2, 30 ditte su 130 in tutta Roma. Hanno approvato il progetto di «delocalizzazione dei centri di autodemoilizione» elaborato dalla sigla, un progetto ecologico di risistemazione. Anche il subcommissario regionale per gli autodemolitori, Pierluigi Di Palma, intuisce strani messaggi dietro gli incendi: «Non ci sono prove ma qualcosa di strano sta accadendo. Peraltro, come ho letto, anche in concomitanza con il crollo del prezzo del ferro si verificano questi roghi di autodemolitori che creano difficoltà nella gestione del settore».

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