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Eur, anche le mucche in piazza per l'origine obbligatoria del latte

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Coldirettiha "mobilitato" anche le mucche protagoniste anch'esse dell' «operazione verità». Massimo Gargano presidente Coldiretti Lazio (foto) denuncia che «nel Lazio, dove si producono mediamente 3.900.000 quintali di latte all'anno, ce n'è altrettanto e ancora di più, che viene importato dall'estero senza che il consumatore sappia alcunché sulla sua origine». Secondo l'osservatorio Coldiretti Lazio i 4.650.000 quintali di prodotti importati legalmente, ma sotto accusa perché spacciati per made in Italy, si dividono in latte alimentare; cagliate, mozzarelle, formaggi a pasta filata; grattugiati vari e formaggi duri; latte e siero in polvere e burro, yogurt e creme di latte. «Devono essere resi pubblici i nominativi delle industrie e cooperative italiane e che importano latte liquido, cagliate, polveri di latte, caseine - ha riferito Aldo Mattia, direttore della Coldiretti Lazio che ha poi sottolineato «l'anonimato ha innescato un sistema di competitività distorto a scapito delle imprese e dei consumatori che acquistano un prodotto di cui non si conoscono tracciabilità e standard di sicurezza applicati». Una norma europea recepita dallo Stato permette a industrie e cooperative di trasformazione di importare latte dall'estero e di trasformalo in prodotto italiano. Nei 2.100 allevamenti del Lazio, invece, con 85.500 capi in lattazione vengono effettuati tra gli 8 ed i 12 controlli al mese che servono a garantire i consumatori sul piano della sicurezza alimentare e della qualità del latte prodotto. «La soluzione alla crisi - ha concluso - passa attraverso la costruzione di una filiera agricola tutta italiana per distinguere il prodotto italiano da tutti quelli spacciati come tali, introducendo trasparenza e concorrenza sul mercato».

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