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Lunedì prossimo tassisti in sciopero: "Lotta agli abusivi e nuove tariffe"

taxi roma

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I tassisti romani scendono sul piede di guerra. Hanno annunciato uno sciopero per lunedì prossimo che potrebbe far restare ferme circa settemila auto bianche. Una protesta contro «gli impegni non mantenuti dal Comune». I tassisti chiedono di fermare «l'abusivismo dilagante» (soprattutto agli aeroporti di Fiumicino e Ciampino), l'introduzione di nuove tariffe e di sbloccare l'emendamento del Campidoglio al decreto «milleproroghe» del Governo che di fatto vieta il servizio di noleggio con conducente (Ncc) per le licenze rilasciate da un Comune diverso da quello dove si svolge l'attività lavorativa. Una misura che non riesce ad entrare in vigore visto che la sospensione dell'emendamento è stata prorogata dal ministero dei Trasporti dal 30 giugno al 31 dicembre. Un provvedimento fortemente voluto dai tassisti per liberarsi dalla concorrenza dei noleggiatori con conducente. Allo sciopero di lunedì, che sarà di 24 ore, e le cui modalità saranno decise questa mattina in un'assemblea all'aeroporto di Fiumicino, hanno aderito alcune tra le maggiori sigle sindacali: Unica Cgil, Ati taxi, Uti taxi, Federtaxi Cisal, Cisl, Uil e Ugl. Alla protesta hanno dato il loro supporto anche alcune coopertative di noleggiatori con conducente. Si sono dissociati invece Uritaxi, Ata Casartigiani, Cna, Confartigianato, Ciisa Assartigiani, Uri, Atapl Claai Taxi e Ana Casartigiani Ncc che hanno duramente contestato la scelta «di proclamare uno sciopero contro il Campidoglio sulla questione dei noleggi fuori dal territorio comunale, quando è in atto un confronto col Ministro il quale ha dato sufficienti rassicurazioni». È in corso, infatti, da alcuni mesi un tavolo nazionale presso il ministero dei Trasporti con le parti sociali per trovare una mediazione. Nei giorni scorsi, proprio Matteoli ha ribadito che «ognuno dovrà svolgere il proprio lavoro nell'ambito della sua licenza, in modo che non si possa più venire da Reggio Calabria a lavorare a Roma». Ma le sigle che hanno proclamato lo sciopero hanno forti dubbi che questo impegno sia mantenuto: «L'emendamento al "milleproroghe" - accusa il segretario nazionale di Unica Taxi Cgil, Nicola Di Giacobbe - prevedeva proprio il principio di territorialità, ovvero chi ha una licenza rilasciata a Canicattì non può venire a lavorare a Roma. Allora per quale motivo si è deciso di prolungare la sospensione di una norma di questo tipo?». I tassisti lamentano un calo del 40 per cento dei clienti. «L'assessore alla Mobilità, Sergio Marchi, ha rimandato la discussione a settembre - dice Di Giacobbe - chiediamo risposte per uscire dalla crisi». Le proposte dei conducenti delle auto bianche sono semplici: oltre ad una lotta che riesca a sconfiggere una volta per tutte «il feroce abusivismo», i tassisti chiedono di rivedere le tariffe, ovviamente al rialzo. «Vanno abolite le due tariffe, urbana ed extraurbana, introducendone una unica, con scatti progressivi a seconda della durata della corsa», propone Di Giacobbe, il quale, almeno su questo punto, sa di poter contare sull'appoggio del presidente di Uritaxi Loreno Bittarelli, che più volte ha parlato di «tariffe troppo basse». Il rialzo dei prezzi diverrà realtà anche con l'aumento previsto per le corse da e per l'aeroporto Leondardo da Vinci. L'assessore Marchi ha già deciso che la tariffa fissa in questo caso salirà da 40 a 50 euro. Una maggiorazione del 25 per cento per le tasche dei clienti. Scelta che Marchi ha motivato con la volontà di eliminare un paradosso: se all'utente diretto al centro storico di Roma capita in sorte un taxi con la licenza rilasciata dal Comune di Fiumicino, infatti, viene applicata una tariffa fissa molto più alta: 60 euro.

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