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Per i romani questa è la notizia dell'anno.

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Eintravvedi il timbrino della Gerit che ti chiede soldi per una multa presa una vita fa. L'altro ieri l'ultima, per una contravvenzione regolarmente pagata e della quale per fortuna conservo ogni possibile ricevuta, compresa la busta della raccomandata dove, se non lo chiedi al postino in persona, non compare mai la data dell'arrivo, o notifica che dir si voglia, che è indispensabile per calcolare i sessanta giorni durante i quali è possibile fare ricorso. E, dopo aver speso tempo e salute, immaginare di non riuscire a farsi togliere altri soldi oltre quelli che hai già pagato o che non devi pagare per compensare il disastro burocratico-amministrativo di un esattore che è cambiato ma era troppo distratto per lasciare le cose a posto al momento della consegna. Ma per un sogno che s'avvera c'è un incubo che rimane e incombe su questa città. Nonostante sia luglio e le scuole siano chiuse, nonostante buona parte dei romani sia in vacanza. L'incubo è quello della doppia fila che continua a intralciare il traffico ovunque. Ogni tanto sul cruscotto s'intravvede una multa, come ieri pomeriggio alle 5 a Largo di santa Susanna. Ma a che serve fare una multa (ancora sempre e unica protagonista di servizi mancanti) se non si fanno defluire le auto in sosta vietata magari con qualcuno dentro che fa finta di stare su un altro pianeta mentre le auto si imbottigliano? Se è finito l'incubo Gerit delle multe arretrate, oggi, forse, si può sperare in una maggiore vigilanza sulle strade contro sosta selvaggia. Forse.

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