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Il pg: "Chi guida drogato fa come il malato di Hiv che ha rapporti non protetti".

Giustizia

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Appena due giorni fa il procuratore generale di Roma Salvatore Cantaro, per far capire che questi criminali devono essere condannati per omicidio volontario, nel suo ricorso in Cassazione contro il verdetto che ha dimezzato la pena a Stefano Lucidi a cinque anni di reclusione, aveva paragonato i pirati della strada alle persone affette da Hiv: «È accettato in giurisprudenza il principio che la condotta di chi contagia il proprio partner, tacendogli di essere affetto da sindrome da Hiv e omettendo ogni precauzione nel rapporto, integra il reato di lesioni personali gravissime con dolo eventuale: infatti chi è a conoscenza del male da cui è affetto, nel momento in cui ha rapporti sessuali non protetti, è perfettamente consapevole del concreto rischio di infezione al quale espone la propria compagna. Ne consegue che il corretto elemento psicologico, identificabile in tale condotta, non può essere ravvisato nella colpa cosciente, ma deve essere individuato nel dolo eventuale». Insomma, l'alto magistrato non ha usato mezzi termini per definire veri e propri «criminali» le persone che uccidono sotto l'effetto dell'alcol e della droga, come fanno anche le persone malate di Hiv. Era il 26 novembre del 2008 quando il Tribunale aveva condannato per omicidio volontario Lucidi a dieci anni di galera: il pm ne aveva chiesti 14. Appena un mese fa invece la sentenza è stata dimezzata. E ora toccherà ai Supremi Giudici mettere l'ultima parola su una vicenda che ha scosso l'intera popolazione.

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