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Tre stupri, il Dna è del maniaco

Il garage dov'è avvenuto lo stupro

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Adesso è scritto tutto nero su bianco, adesso c'è una verità scientifica alle ipotesi investigative avanzate dalla polizia sullo stupratore seriale di Roma. I test del Dna sono completi e tutte le sequenze del codice genetico dell'uomo che violenta di notte all'interno di garage, portano alla stessa conclusione. Tre Dna coincidenti per tre diverse violenze sessuali. Quindi anche gli ultimi accertamenti sui reperti isolati dopo l'ultimo stupro, quello della studentessa, avvenuto nella notte tra il 2 ed il 3 luglio in un garage condominiale di via Sommer, a Tor Carbone, testimoniano che la traccia genetica è la stessa delle altre due violenze. I risultati completi dei test di laboratorio eseguiti dalla polizia scientifica sono stati consegnati ieri ai pm Maria Cordova e Antonella Nespola, titolari degli accertamenti. Già nei giorni scorsi, lo stesso Dna era stato riscontrato sui tamponi della donna stuprata il 5 aprile sempre a Tor Carbone, e su quelli della giornalista di 34 anni violentata il 2 giugno in un altro quartiere romano, la Bufalotta, alla periferia nord. Ieri davanti ai due magistrati è comparsa come testimone la vittima dello stupro del 5 aprile. L'audizione era stata decisa perché i pm intendono approfondire ulteriori aspetti sulle modalità delle aggressioni. Il verbale è stato però secretato. Nei prossimi giorni sarà la volta di altre donne finite nel mirino del maniaco seriale. Forse già oggi, sempre in procura, sarà sentita anche la poliziotta che il 3 luglio, sempre a Tor Carbone, ha messo in fuga un uomo sospettato di essere lo stupratore seriale. Continua intanto il lavoro degli investigatori della Squadra mobile. Un lavoro che si basa principalmente sullo studio della «mente criminale» dello stupratore seriale, cercando la firma che lascia sulla scena del crimine, e che potrebbe essere la chiave per identificarlo. L'uomo, infatti, sembrerebbe aver usato in tutti e tre i casi ora al vaglio della polizia, un vero e proprio gesto rituale: un gesto morboso che attiene alla sfera sessuale e che vuole essere un modo per dominare e sopraffare le sue vittime anche dopo lo stupro. Sull'identikit non sembra ci siano dubbi. Le testimonianze rese da persone che, sia alla Bufalotta e sia a Tor Carbone, in occasioni e modi diversi hanno visto lo stupratore, descrivono una persona da sui 30-40 anni, alta 1,75 circa, di corporatura robusta, con pochi capelli di colore scuro. Si muove in auto, prima sceglie l'abitato dove colpire, inserito in ampi spazi ma scarsamente controllati, poi aspetta le sue prede nei pressi del parcheggio o del garage e le aggredisce nelle ore notturne, col volto coperto da passamontagna, armato di coltello per minacciare, pronto a fuggire al minimo intoppo.

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