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Respinta l'istanza del Campidoglio

Chiesa dei Santi Martiri di Salva Candida

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Abusi sessuali su minorenni, respinta la richiesta del Campidoglio di costituirsi parte civile nel processo contro don Ruggero Conti. Si tratta di una tegola giudiziaria che si è abbattuta ieri mattina sul Comune, che aveva chiesto di poter essere inserito nel procedimento penale aperto nei confronti dell'ex parroco della chiesa della Natività di Maria Santissima a Selva Candida. «È una richiesta tardiva» perché i termini di legge erano già scaduti. E quindi inammissibile.Questa la motiviazione dei giudici della sesta sezione del Tribunale collegiale, presieduti da Luciano Pugliese, che hanno respinto l'istanza presentata dal penalista Nicola Sabato, dell'avvocatura del Comune. La mancata costituzione di parte civile del Campidoglio aveva fatto scoppiare una serie di polemiche nel mondo politico, tanto che lo stesso sindaco di Roma Gianni Alemanno al termine della scorsa udienza aveva deciso di rimuovere il dirigente ritenuto dal Comune responsabile di non aver presentato la richiesta di costituzione di parte civile. Contrario alla decisione del Comune di costituirsi il pubblico ministero titolare delle indagini contro don Ruggero Conti, accusato di atti sessuali con minorenni in relazioni a episodi che sarebbero avvenuti tra il 1998 e il 2008 nei confronti di sette ragazzini che gli erano stati dati in custodia : gli abusi, secondo il magistrato Francesco Scavo, sarebbero avvenuti sia nella parrocchia sia durante i campi estivi. Parere negativo, inoltre, era stato dato anche dal difensore dell'ex parroco di Selva Candida, il penalista Patrizio Spinelli, in base al quale «il Campidoglio ha avanzato la domanda solo per motivi politici dopo il clamore suscitato dalla stampa». Il dato certo per ora, è che nel procedimento risulta costituito parte civile solamente Mario Staderini, esponente dei Radicali e quindi unico rappresentante della cittadinanza. Il Comune, comunque, impugnerà la decisione dei giudici: «Di fronte a un fatto così grave - ha detto Alemanno - è incomprensibile l'interpretazione restrittiva della norma che ha impedito all'Amministrazione di essere parte in questo procedimento». «Se non avessi esercitato l'azione popolare, il Comune non sarebbe parte civile e le probabili vittime si troverebbero sole in un processo che, come spesso accade per i reati sessuali, le costringerà a difendersi per non aver scelto il silenzio. Nelle prossime udienze, assistito dall'avvocato Elisabetta Valeri, rappresenterò la città di Roma con il massimo impegno, consapevole di quanto l'accertamento della verità da parte della giustizia italiana sia importante nei casi che coinvolgono membri del clero». E ancora: «Solo a partire dalla verità processuale, con tutte le sue garanzie, potrà avviarsi una riflessione che porti il Vaticano a adottare una politica di trasparenza per limitare al massimo le conseguenze nei casi di religiosi con pericolosi disturbi della sessualità». Anche ieri, come nella precedente udienza, nell'aula di Giustizia e nei corridoi di piazzale Clodio, erano presenti molti parrocchiani, che in tutti i modi hanno cercato di dimostrare la loro vicinanza all'ex parroco sotto processo. Il giudici, comunque, oltre a respingere l'istanza del Campidoglio, hanno anche nominato un perito che avrà il compito di trascrivere le intercettazioni telefoniche che si trovano negli atti del procedimento e hanno stabilito che nel corso della prossima udienza, che è stata fissata per il primo ottobre, saranno ascoltati i due carabinieri che hanno svolto le indagini contro l'ex parroco, che anche ieri si trovava in aula accanto suo difensore: al termine dell'udienza don Ruggero Conti è stato salutato da un gruppo di suoi parrocchiani mentre veniva portato via dagli agenti della polizia penitenziaria.

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