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«La madre urlava al telefono e mi chiedeva di darle una mano»

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Nell'agitazionele ho detto di calmarsi e di chiamare immediatamente la polizia». A raccontarlo è il vicino di casa della 21enne vittima della violenza sessuale di stanotte in zona Ardeatina. Uno stupro che nelle modalità ricorda moltissimo quello consumatosi qualche settimana fa alla Bufalotta e che ha spinto lo stesso sindaco Alemanno a dichiarare la possibile presenza nella Capitale di uno stupratore seriale. «Ho aperto immediatamente la finestra nella speranza di poter vedere l'aggressore fuggire - ha proseguito l'uomo - e dopo pochi istanti è arrivata la polizia». L'uomo è un amico di famiglia della giovane. In casa, al momento del fatto, c'erano la madre e la sorella della ragazza. Sarebbe stata proprio la mamma ad accompagnato la 21enne all'ospedale Sant'Eugenio per avere le cure sanitarie. «L'ho incontrata - conclude l'uomo - ma non ho avuto il coraggio di chiedere nulla. Quando uno piange deve essere soltanto consolato». Il vicino spiega che «la ragazza fisicamente sta bene e non ha segni visibili di maltrattamenti, né sul volto né sul resto del corpo». Ma i segni di uno stupro sono quelli che non puoi vedere, quelli che ti rimangono dentro e che probabilmente non si dimenticano mai. Passato l'orrore del momento per la ragazza inizia ora un percorso difficile, con la speranza che il prima possibile possa tornare a godere la gioia di vivere propria dei sui 21 anni.

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