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La Asl: all'Ipab pazienti abusivi

L'istituto per ciechi in via Casale San Pio V (foto Gmt)

Disagiati psichici ospitati dall'istituto senza alcuna autorizzazione

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Pazienti «abusivi» nell'Ipab dei ciechi. Al secondo piano dell'istituto Sant'Alessio sono ospitati dodici disagiati psichici senza alcuna autorizzazione della Asl. Se li sono trovati davanti gli ispettori della Rm C che la scorsa settimana hanno effettuato un'ispezione nella sede dell'istituto in via Odescalchi. Dopo l'inchiesta aperta dalla Procura sugli appalti e sulla gestione dell'Ipab Sant'Alessio, cade un'altra tegola sull'ente guidato da Mario Dany De Luca. I pazienti psichiatrici sarebbero stati trasferiti nell'Ipab dopo una convenzione tra il Sant'Alessio e un altro ente. Accordo tuttavia sconosciuto alla Asl che tra un paio di giorni sposterà i dodici pazienti. Gli ispettori avrebbero segnalato anche alcune difformità e la mancanza di certificati.   Una situazione che parte da lontano. Il 6 febbraio 2007 l'allora responsabile della Sicurezza dell'istituto scriveva una nota riservata al presidente De Luca in cui riportava alcune prescrizioni che, chiariva, «non consentiranno di raggiungere un livello di sicurezza sufficiente, ma potrebbero concorrere, congiuntamente all'organizzazione interna, a scongiurare possibili tragici eventi». Si richiedeva di «provvedere con la massima urgenza a dotare le porte di emergenza esterne con idonee serrature e maniglioni antipanico (attualmente sono chiuse a chiave)». Anche di «verificare gli impianti elettrici» e «predisporre il piano di esodo per le persone non vedenti».   Dopo quasi dieci mesi, il 13 dicembre del 2007, non era cambiato granché, tanto che il reponsabile della Sicurezza, il direttore tecnico e un ingegnere incaricato di occuparsi delle norme di prevenzione incendi preparavano un'altra relazione, inviata al direttore generale dell'Ipab Andrea Liberati (in seguito rimosso), per richiedere alcuni interventi. Poi la situazione è migliorata, almeno in parte. ora i controlli ricominciano dalla Asl.

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