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Testaccio, pestati dai bulli

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In sette, a due studenti: «Che c'è da guardare?». Poi le botte

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.Nelle serate del divertimento ci sono sempre. L'altra notte, in via di Monte Testaccio, in sette, tra maggiorenni e minorenni, hanno circondato due ventenni universitari e li hanno picchiati. Non c'è stata una ragione, solo un desiderio cupo di violenza. I poveretti sono stati ricoverati all'ospedale Sant'Eugenio. Se la sono cavata con 5 e 7 giorni di prognosi per trauma cranico. Tre dei "cattivi" (due hanno 17 anni) sono stati acciuffati dai carabinieri e denunciati per lesioni: i loro nomi erano già negli archivi delle forze dell'ordine, identificati in precedenti risse. I quattro loro complici sono ancora ricercati. L'aggressione è avvenuta alle 2,30 circa. I due amici lasciano il locale di Testaccio dove hanno trascorso la serata. Si incamminano verso casa. Anche i bulli sono in strada. Li vedono. Per attaccare briga hanno bisogno di una scusa, anche banale. Usano la solita da guappi. A uno dei due amici cominciano a chiedere: «Cos'hai da guardare, eh?». Una, due volte. Poi si avvicinano, li circondano e parte una gragnola di colpi, calci e pugni. I due si gettano a terra, si chiudono a riccio cercando di parare i colpi ed evitare che facciano troppo male. La sfuriata dura poco. Alla fine i sette come sono arrivati se ne vanno, senza correre. Le zone della movida, da Testaccio a Campo de' Fiori, passando per Trastevere e piazza Navona, sono punti "caldi" della città, da tempo inseriti nei piani di controllo messi a punto da amministrazione comunale e forze dell'ordine. In via di Monte Testaccio giunge una pattuglia del Nucleo radiomobile dei carabinieri diretto dal colonnello Luigi Grasso. Si ferma, vede i due amici doloranti i quali raccontano quello che è successo, dell'aggressione dei sette bulli, indicando pure la loro direzione di fuga. I carabinieri montano subito in macchina e si mettono alla ricerca del gruppo. Poco dopo ne vedono tre, i due minorenni e il maggiorenne. I due amici li riconoscono, sono loro. Il terzetto finisce in caserma. I tre "cattivi" si comportano come dei veri duri, non provano alcun senso di disagio, non si sentono intimiditi dalle divise, né dalle conseguenze alle quali andranno incontro per quello che hanno fatto. Tutti e tre già hanno fatto questa trafila, già sono finiti in caserma dopo una rissa. Durante la notte arrivano pure i genitori dei due minorenni. Loro non si sentono a proprio agio. «Siamo dispiaciuti per quello che è successo», dicono. Si riprendono i figli e se se ne vanno a casa. Le ricerche degli altri quattro continuano. L'altra notte c'è stata anche un'altra rissa, a piazzale della Stazione Tiburtina. Stavolta non ci sono bulli di mezzo. A scatenare la violenza è stato l'alcol. Due romani di 37 e 44 anni e un marocchino di 49 se le sono date di santa ragione. Li hanno bloccati e arrestati i carabinieri della stazione Nomentana e i militari del 52° Reggimento dell'Artiglieria terrestre «Torino» dell'Esercito che hanno provveduto a bloccarli in tempo. Il marocchino è stato trasportato all'ospedale Pertini dove è stato dimesso con 20 giorni di prognosi.

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