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"Così Lucidi tornerà presto libero"

Stefano Lucidi (Foto Gmt)

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Erano tre ragazzi, tutti con un'età compresa tra i 20 e i 23 anni. Tutti «colpevoli» di essere passati nel posto sbagliato al momento sbagliato: all'incrocio tra via Regina Margherita e via Nomentana. Tutti investiti e uccisi da due «pirati della strada». Uno, Stefano Lucidi, due giorni fa ha ottenuto uno sconto di pena, da dieci anni di galera per omicidio volontario, a cinque anni di carcere per omicidio colposo. Il secondo, invece, Ignatiuc Vasile, è stato condannato a 16 anni di reclusione per omicidio volontario. Il suo difensore ha già presentato appello contro la sentenza di condanna e a giorni sarà fissata la data della prima udienza del processo di secondo grado. Ora la speranza dei parenti dello studente di 20 anni Rocco Trivigno, ammazzato dal moldavo il 18 luglio del 2008, è di non sentire un verdetto come quello che hanno dovuto ascoltare i genitori di Flaminia Giordani e Alessio Giuliani. «La sentenza di due giorni fa deve far indignare tutto il popolo italiano, quella decisione non è altro che un mostro giuridico, è un passo indietro per la civilità del diritto, è ingiusta e pericolosa», ha tuonato l'avvocato Gianmarco Cesari, presidente dell'associazione italiana familiari vittime della strada. Il legale, che negli ultimi anni è riuscito a ottenere le più alte condanne nei confronti dei pirati della strada drogati e ubriachi, non usa mezzi termini per condannare la sentenza della Corte d'assise d'appello che ha dimezzato la pena contro Stefano Lucidi. «L'aspetto ancor più preoccupante è che questa persona nel migliore dei casi potrebbe ottenere gli arresti domiciliari a breve, nel peggiore, invece, è che tra un anno possa addirittura ottenere la libertà e tornare in circolazione. Sono possibilità che devono indignare. Ricordiamoci che dopo aver ammazzato due ragazzi è anche scappato, lasciandoli in terra senza vita». A mandar su tutte le furie il presidente dell'associazione è anche il fatto che Lucidi non ha pagato ancora un solo euro da quando è stato condannato in primo grado dal gup a dieci anni di galera. «È un irriducibile, basta pensare che dal 2001, quando gli fu sospesa la patente, Lucidi non ha più effettuato gli esami necessari per riottenere il documento, quindi per sette anni ha continuato a guidare la macchina indisturbato per le vie della Capitale». L'avvocato ha già annunciato che farà di tutto per convincere il procuratore generale a impugnare la sentenza che non esita a definire un «mostro» giuridico.

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