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Pena ridotta in appello per Lucidi

Stefano Lucidi (Foto Gmt)

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Omicidio colposo e non omicidio volontario. Pena ridotta da 10 anni di reclusione a 5. Lo ha stabilito la Corte d'assise d'appello per Stefano Lucidi, il 35enne già condannato per aver investito mortalmente, il 22 maggio 2008, due ragazzi, Flaminia Giordani e Alessio Giuliani, 23 anni e 22 anni, sulla via Nomentana. In particolare i giudici di secondo grado, presieduti da Antonio Cappiello, hanno condannato Lucidi omicidio colposo con colpa cosciente, ossia con l'aggravante della previsione dell'evento, ritenendo però questa equivalente con le attenuanti generiche. La corte ha inoltre disposto che siano inviati gli atti alla procura perché proceda nei confronti dell'imputato per il reato di omissione di soccorso. Il giudizio di primo grado si concluse il 26 novembre 2008, quando l'uomo fu condannato con rito abbreviato a dieci di anni di reclusione dal gup Marina Finiti, per l'accusa di omicidio volontario. In quella sede il pm Carlo Lasperanza sollecitò una pena di 14 anni di reclusione nei suoi confronti. Nel giudizio d'appello il pg Salvatore Cantaro aveva chiesto la conferma della condanna inflitta dal gup e analoga istanza era stata formulata dalle parti civili: l'associazione nazionale familiari vittime della strada, con l'avvocato Gianmarco Cesari, nonché i genitori delle vittime dell'incidente, rappresentati dall'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi. A sollecitare il nuovo processo l'avvocato Franco Coppi, legale di Lucidi, che ha appunto sostenuto come la contestazione da formulare nei confronti del suo assistito fosse l'omicidio colposo e non il volontario. Presente in aula l'imputato, ancora detenuto, impassibile e con lo sguardo basso per tutta la durata del processo, al cui termine si è limitato ad abbracciare il suo difensore. All'udienza hanno anche partecipato i familiari dei due ragazzi morti: Teresa Ghironi e Sergio Giordani, genitori di Flaminia Giordani, Angela Rizzo e Stefano Giuliani, genitori Alessio Giuliani. Una breve visita nell'aula è stata fatta anche da Friederich Vernarelli, sotto processo perché accusato di aver investito due giovani irlandesi. Per lui oggi era prevista un'udienza del processo che lo vede imputato e si è recato nell'aula della corte d'assise per salutare, senza però riuscirvi, Lucidi con cui ha diviso la cella per un periodo. I fatti risalgono al 22 maggio scorso quando i due ragazzi erano a bordo di uno scooter verso le dieci e mezzo di sera. All'altezza dell'incrocio fra viale Regina Margherita e via Nomentana i due vengono travolti da una Mercedes C220 condotta da Stefano Lucidi, figlio di un ingegnere specializzato in pannelli fonoassorbenti. Il conducente, accanto al quale sedeva la fidanzata, Valentina Giordano, 27enne figlia dell'ex bomber laziale Bruno, fuggì dopo che lo scooter dei ragazzi era stato scagliato in lontananza. Quella sera Lucidi, che aveva la patente sospesa dal 2001, aveva litigato con Valentina nel ristorante. Allontanato dai camerieri il giovane aveva poi rincorso la fidanzata facendola poi salire in macchina per riportarla a casa. Dopo l'incidente la corsa è proseguita fino alla carrozzeria e a casa di Valentina, costretta a ospitarlo dopo che gli aveva implorato di fermarsi per soccorrere i ragazzi investiti.

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