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Troppi bimbi costretti a lavorare

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Succede a Roma, non in una realtà piccola ed emarginata, in numeri niente affatto di poco conto visto che alcune stime parlano di 200, forse anche 400 mila lavoratori minorenni, in gran parte stranieri, ma anche italiani. La ricerca effettuata da Save the Children per conto del Comune apre così gli occhi su una realtà che non dovrebbe esistere in una qualsiasi società che si voglia definire civile, ma che invece c'è e fa un certo effetto all'alba del Terzo millennio.  In 4 mesi l'Osservatorio sulle condizioni del lavoro del Comune ha raccolto e analizzato oltre 60 storie lavorative e analizzato le risposte di circa 700 minori. La maggior parte di loro dichiara di non riuscire a conciliare lavoro e studio, di sentirsi emarginato, di voler smettere di lavorare. Sono gli stessi, invece, che inseriti in particolari situazioni di disagio familiare, vengono «costretti» a occupazioni faticose come il pizzaiolo, il barista, il cameriere, nei peggiori dei casi a mendicare o nel caso delle femmine, a prostituirsi per la strada. Cosa fare allora? «Ridurre le condizioni di degrado che sono alla base dello sfruttamento dei minori», la risposta dell'assessore al Commercio Davide Bordoni. «Cominciando dal contrasto al degrado negli accampamenti e nelle aree abusive», ha incalzato il sindaco Alemanno. Ogni cosa perché questi bimbi si riappropino del diritto alla loro infanzia.

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