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Coratti (Pd): «Adesso occorre chiarezza, Marroni convochi subito il gruppo»

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Ora,ad urne chiuse e con un risultato che indica comunque una perdita di quasi dieci punti rispetto alle politiche del 2008, gli argomenti sul tavolo non mancano. A lanciare un monito per riprendere il dialogo e rilanciare gruppo e partito è il vice presidente del Consiglio comunale del Pd, Mirko Coratti. Onorevole Coratti, per alcuni il Pd ha vinto, per altri il risultato ottenuto è deludente, Lei cosa ne pensa? «Il dato elettorale del Pd va letto sotto due aspetti. Abbiamo ottenuto il 32% contro il 41,5% delle politiche, e anche se parliamo di elezioni completamente diverse non si può non tener conto che c'è stata una flessione importante, sulla quale occorre riflettere molto seriamente. Dall'altra parte però Roma si conferma come motore trainante di questo partito che ha raggiunto una media nazionale del 26% e quindi inferiore al dato romano». Già dalla sera dello spoglio si è cominciato a parlare di «opposizioni», un segnale? «Bè, è chiaro a tutti che a Roma si vince con le coalizioni, basta fare la somma dei partiti che non fanno parte della maggioranza capitolina, dal Pd all'IdV, dall'Udc ai radicali per comprendere che occorre rilanciare una politica che vada oltre il singolo partito». Ma questo è il «modello Roma», lo vogliamo riproporre? «Affatto. Anzi, occorre superarlo e guardare alle forze moderate della città per un progetto politico concreto e di lungo corso». Al di là delle coalizioni, occorrerà prima risolvere i problemi interni, a livello comunale prima del voto ne avevate diversi... «Ci siamo lasciati con un comunicato chiarissimo, cioè congelando la vicenda del capogruppo e rinviando la discussione a dopo il voto per le europee. Ora aspettiamo che l'onorevole Umberto Marroni convochi il gruppo al più presto per non lasciare fraintendimenti e fare chiarezza sulla politica della città». Un'altra resa dei conti, insomma. Ma non ci sono i congressi per questo? «Nessuna resa dei conti, solo l'esigenza di portare chiarezza. I congressi di ottobre saranno certamente il punto di svolta per il rilancio del Pd in un'ottica di un grande partito riformista, presente sul territorio e che sappia parlare a tutte le categorie sociali». E secondo Lei è mancato questo? «Anche questo, certo. Abbiamo comunque perso quasi dieci punti, qualcuno dovrà pure riflettere sul perché». Sus. Nov.

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