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Piazze-salotto letti a cielo aperto

Clochard in Piazza S. Maria in Trastevere

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Nelle altre capitali europee li avrebbero presi per le orecchie e portati via senza tanti complimenti. Invece sbandati e barboni, abituati da anni a bivaccare impunemente negli spazi monumentali conosciuti all'estero - forse ancora più che a casa nostra - continuano a fare il proprio comodo trasformando in letti a cielo aperto siti archeologici e le più belle strade. Mandarli via è un'impresa. Ieri mattina lo sgombero di Forte Portuense, gioiello di edilizia militare di fine '800 recentemente bonificato e ristrutturato dal XV Municipio, che era diventato la tana dei «punkabbestia». Nell'ex caserma Garibaldini, i vigili urbani del Nucleo assistenza emarginati, diretti dal comandante del XV Gruppo Raffaella Modafferi, intervenuti all'alba in via Portuense, ne hanno trovati due, entrambi italiani: un quarantaduenne e una trentenne, con un cucciolo e un cane meticcio adulto di grossa mole, presi in consegna dagli operatori della Guardia Zoofila intervenuti insieme all'Ufficio tecnico del XV Municipio, dopo un esposto del custode del Forte. L'azione ha ripristinato «una situazione di legalità in un simbolo del quartiere Portuense» ha sottolineato il presidente del Municipio Gianni Paris. Un'accampamento, ma tra i ruderi di epoca romana, nei pressi di via di Decima, lo hanno scovato i poliziotti della Questura. Sono stati trovati 8 immigrati, denunciati per occupazione e imbrattamento di terreni ed edifici e accompagnati presso l'Ufficio Immigrazione per i necessari accertamenti. Ma la battaglia per il decoro è difficile. Santa Maria in Trastevere, piazza San Cosimato, piazza Mastai, ieri mattina, erano come letti a cielo aperto. Per immortalare i bivacchi, al fotografo è bastato andare a zonzo senza un itinerario: alle 10 un gruppo di sbandati erano ancora accampati sui cartoni, davanti al maestoso portone di uno dei palazzi monumentali di Santa Maria in Trastevere. Rimanendo in zona, a piazza San Cosimato, il parco giochi nuovo di zecca realizzato nei dintorni del complesso benedettino del IX secolo è stato già trasformato a proprio uso e consumo: i giochi sono usati come tavoli da imbandire (e poi i rifiuti restano) e si dorme dappertutto. Così alla fine gli unici a restare privi di una bella area attrezzata sono gli aventi diritto, i bambini. Sdradiati sulle panchine anche a piazza Mastai, conquistata da clochard e punkabbestia in compagnia dei cani e con il bagno chimico a portata di mano. Quasi come essere a casa.

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