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"Questo istituto non è il Bronx"

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{{IMG_SX }}In questa vicenda ognuno ha il suo incubo. Questo è quello del direttore Francesco Lucchi. Che la valanga sommerga il buon nome dell'Istututo sotto ipotesi di brutte accuse. Da tre anni Lucchi dirige lo Ial di Colli Aniene. Dalla scuola professionale escono brave estetiste, truccatrici, massaggiatrici, ragazze che sanno rendere belle le persone e dare loro benessere. Un paradiso dove però, secondo polizia e procura di Roma, per quasi due anni tre studentesse avrebbero vissuto un inferno a causa di sette bulle che le avrebbero minacciate, picchiate e costrette a comportarsi come loro dicevano. «Credo che si esagerato parlare di bullismo - dice il direttore - In questa scuola c'è un'armonia che non si trova facilmente in altre. Si lavora, si conseguono risultati, si avviano al lavoro ragazze che godono dell'apprezzamento di chi le assume e si avvale della loro competenza in campo estetico. Conosciamo la brutta storia di cui sui parla. Noi ci siamo subito interessati - precisa Lucchi - A giugno dello scorso anno abbiamo riunito i genitori delle ragazze che non s'intendevano. Con l'inizio del nuovo anno scolatisco abbiamo accontentato la richiesta di una delle due (Alice, ndr) che voleva cambiare sezione, e in seguito abbiamo accontentato anche l'altra compagna di classe (Azzurra, ndr), mettendola nella stessa sezione della prima». Lucchi continua: «C'è stata questa rissa il 13 gennaio - spiega - nel corso della quale una minorenne ha colpito con un pugno al volto una maggiorenne (Azzurra, ndr), dopo che questa aveva offeso suo padre. La ragazza colpita, quindi si è ritirata dalla scuola e sua madre ha fatto partire la denuncia. Come da questo episodio si sia arrivati a parlare di bullismo, di gang al femminile, e alla denuncia di sette ragazze, questo non lo so». Alcune studentesse dello Ial descrivono il carattere di due delle tre vittime della presunta gang in rosa. Azzurra la definiscono «un tipo strano, ha il carattere spigoloso, quando si esprime non si capisce». Mentre di Alice dicono che «è sempre silenziosa, chiusa, non si sa mai quello che pensa». F.D.C.

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