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Spray al peperoncino e corsi di autodifesa le «armi» delle donne

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Dunquedenti, corna, ma anche e soprattutto calci, pugni, coltelli, pistole o spray al peperoncino. Sono queste oggi le armi di cui una donna può disporre per un'autodifesa personale. Purtroppo le cronache ci raccontano sempre più spesso di donne vittime di agguati, violenze, stupri, dentro e soprattutto fuori le mura domestiche. E il finale è sempre lo stesso: rimangono vittime delle aggressioni senza aver avuto la possibilità o la prontezza di difendersi. Ecco allora che, da qualche mese a questa parte, da quando cioè nella Capitale si è registrata una escalation di abusi ai danni di donne sole o accompagnate, qualcosa si è mosso. Piccoli indizi che fanno pensare a un tentativo da parte di ragazze o signore di autodifendersi o comunque cercare di sentirsi più sicure. Da un lato c'è stato un aumento dell'acquisto delle cosiddette armi improprie, i famosi spray al peperoncino, dall'altro un considerevole aumento di iscrizioni a corsi di autodifesa personale o di arti marziali. «Lo spray - ci racconta Luciano Garcia, proprietario dell'omonima armeria - il cui picco di vendite è stato raggiunto tra dicembre e febbraio scorso, è l'unica arma legale e omologata per la difesa personale. Si presenta come un flaconcino e costa circa 30 euro. Le acquirenti sono donne di tutte le età, dalla ragazza alla signora cinquantenne accompagnata dal marito». Ma purtroppo quando serve il flaconcino non si trova nei meandri della borsa di una donna, peraltro in preda al panico per l'aggressione. E allora la miglior difesa diventa quella fisica. «Una vera e propria disciplina - ci spiega Pietro Valenti, docente di difesa personale – che prevede una preparazione fisica e insieme psicologica, perché la paura deve essere dominata». Forse però, per evitare altre Caffarelle o Bufalotte, si dovrebbe prima di tutto lavorare di più su degrado e sicurezza.

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