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Dopo 30 anni stop alla vergogna Agibili i palazzi senza abitabilità

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GiuseppeGrifeo Via libera all'agibilità-abitabilità per gli edifici del quartiere di Colli Aniene, il tutto dopo 30 anni di lotte e una situazione al limite della legalità per un territorio che comprende circa 20 mila residenti fra Tiburtina, Collatina e viale Palmiro Togliatti. Una vicenda affrontata diverse volte sulle pagine de «Il Tempo» e che rappresentava degnamente quella forma di malgoverno del territorio che ha caratterizzato interi decenni. Il IX Dipartimento comunale «Politiche di attuazione strumenti urbanistici», ha stabilito il rilascio del certificato per gli edifici fabbricati nell'ambito del Piano di zona Tiburtino Sud. «È un importante riconoscimento dopo anni di lotta – dice l'architetto Gino De Girardi, presidente del comitato di zona Colli Aniene – Ha dato i suoi frutti aver incanalato le esigenze dei residenti e averle manifestate anche nell'ultima assemblea cittadina al IX Dipartimento e all'avvocatura comunale. Si tratta di un nulla osta amministrativo. L'agibilità non verrà consegnata automaticamente – continua l'architetto – Significa che i residenti dei condomini devono sollecitare i loro amministratori e far presentare tutto l'incartamento del loro immobile, completo quindi di certificati antincendio, di collaudi e quant'altro, per ottenere finalmente il documento». La situazione era critica. Per legge, senza l'abitabilità, le case non si possono vendere, i locali commerciali non possono aprire, nessun giudice dovrebbe concedere a uno di due coniugi in via di separazione l'affidamento dei figli in una casa senza tale certificato. Inoltre, dal 2002 sono cominciate ad arrivare le multe ai singoli titolari di appartamenti e negozi perché senza abitabilità. L'incongruenza è stata annullata anche dall'avvocatura comunale che ha sottolineato, scrive il direttore del IX Dipartimento, come «il certificato di agibilità non può essere negato avendo lo stesso natura soltanto accertativa della sussistenza dei presupposti di idoneità tecnico-igienica-sanitaria dei fabbricati». Dopo oltre tre decenni si è capito.

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