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Raid contro i bengalesi

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Una ventina di giovani con spranghe e bastoni: «Bastardi»

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.è questo capodanno bengalese eh?». E giù bastonate e sprangate contro gli stand e i vetri dei furgoni dentro Villa Gordiani, al Prenestino. È stato un raid in piena regola quello dell'altra notte. Cinque minuti di terrore. Alle 2 una ventina di ragazzi tra i 20 e i 25 anni hanno assaltato il campo allestito con stand e gazebo per la festa bengalese che comincia oggi e finisce il 31. I cinque del Bangladesh che erano lì sono fuggiti, uno di loro è stato colpito alla spalla e più tardi è finito all'ospedale Vannini dal quale è uscito nel primo pomeriggio con 5 giorni di prognosi. «Io me ne ero andato a mezzanotte - racconta il rappresentante della comunità bengalese, Bachu - Quando mi hanno informato ho subito chiamato polizia e carabinieri». Sull'aggresione indaga la Digos della Questura. Oltre a trovare i responsabili, gli investigatori vogliono far luce sullo stampo del raid: se si tratta di pura violenza, com'è stato accertato per gli altri pestaggi a Tor Bella Monaca, oppure di razzismo. Il capo dei bengalesi non crede all'odio razziale. «Questa aggressione è stata programmata. È da gennaio che chiediamo alle istituzioni di avere uno spazio verde che sia adeguato a ospitare una festa di sette giorni (il nostro Capodanno è il 14 aprile) - argomenta Bachu - Avevamo chiesto il Parco di Centocelle. Invece abbiamo assistito a un rimpallo tra Comune e VI Municipio, e alla fine ci siamo ritrovati a Villa Gordiani, tra le case. Se abitassi qui, lavorassi e fossi costretto a sentire schiamazzi fino a tardi forse anch'io reagirei malamente. Non c'entra il razzismo. Al sindaco dico, faccia un bel gesto, paghi i danni del raid». Bachu è chiaro: «La politica non ha fatto il massimo per cercare l'integrazione sociale. Anzi, ha creato le condizioni per causare delle tensioni». È poi un messaggio ai responsabili del raid: «Da oggi siamo pronti, non ci fanno paura queste azioni, siamo pronti». Vuol dire che partono le ronde bengalesi? «Ci proteggeremo». Un'altra festa era già stata celebrata a fine aprile dalle comunità bengalese, nepalese, indiana e cingalese: al parco di Centocelle, quello che era stato richiesto da Bachu. Ora se ne fa un'altra (costo 70 mila euro) ma a Villa Gordiani. Il presidente del VI Municipio, Luca Palmieri, fa un passo indietro: «Al Campidoglio - racconta - avevo detto che mi sembrava più opportuno organizzare la manifestazione al Parco di Centocelle. Mi è stato risposto che non era possibile per motivi di sicurezza. Così è saltata fuori Villa Gordiani. Ma non è stata mia la decisione». Prova a spiegare il delegato del sindaco per la festa bengalese, Federico Rocca: «Le due vicende vanno divise: una cosa è trovare un luogo adatto e sicuro per questa festa a cui anche noi teniamo, ben altro è un'aggressione per la quale la condanna dell'amministrazione resta la più ferma». Secondo Rocca il Parco di Centocelle, che già in passato aveva ospitato il Capodanno Bangla, è stato chiuso per questioni di sicurezza. «Una prima alternativa - ha proseguito - è stata Villa De Santis, al Casilino, ma il presidente del Municipio ha fatto notare che non aveva le caratteristiche adatte per l'occasione. Abbiamo allora offerto Villa Gordiani, perché l'alternativa era che la festa non si tenesse affatto».

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