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Recupero lattine e bottiglie, flop Capitale

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Inpoche parole nella Capitale il recupero di lattine, bottiglie e confezioni si attesta allo stesso livello del sud d'Italia. Nel Lazio, infatti, si riesce a recuperare solo il 20 per cento degli imballaggi per le bevande analcoliche, mentre nel nord d'Italia la media è superiore al 50 per cento, con la regione più virtuosa, il Veneto, che riesce a smaltire addirittura oltre il 90 per cento. Questo è il quadro che emerge dalla ricerca commissionata dalla Fondazione Coca-Cola HBC Italia alla Luiss Business School (dati aggiornati al 2006). Uno studio per capire come recuperare acciaio, alluminio, plastica e vetro (i tipi di materiali che possono contenere le bevande) e per fotografare lo stato attuale del riciclo rifiuti in questo particolare settore. «Roma è ancora molto indietro - spiega il presidente del Consorzio nazionale imballaggi (Conai) Piero Perron - il motivo sta soprattutto nel fatto che la differenziazione viene fatta tra il vetro da una parte e plastica e lattine dall'altra, mentre andrebbero separati tutti e tre i materiali. Il Comune dovrebbe fornire i mezzi ai cittadini per poter fare una raccolta differenziata efficiente». Per fornire alcuni dati basta ricordare che nel nord d'Italia, ad oggi, in media si recuperano più di 65 chili di imballaggi per abitante. In Umbria e Marche e la media è compresa tra 35 e 65. Il Lazio, di cui Roma copre la fetta più rilevante, sta al di sotto dei 35 chili per abitante. Insomma, se dal 2002 al 2006 il recupero di questi materiali è cresciuto del 7 per cento raggiungendo le 348 mila tonnellate il Lazio deve fare ancora molto su questa strada. Perché una politica virtuosa in questo settore può dare la possibilità nel lungo periodo di fare anche profitti. «Coniugare business e tutela dell'ambiente», per usare le parole del direttore affari generali di Coca-Cola Italia Alessandro Magnoni. Dar. Mar.

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