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Crisi, a rischio 5.000 negozi

Negozi a rischio chiusura nella capitale

Hanno già chiuso 2.500 esercizi. In ballo oltre 25.000 posti di lavoro

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Tradotto in numeri significa 2.500 negozi chiusi nel 2008, altri 4.000-5.000 che si teme chiuderanno quest'anno per oltre 25 mila posti di lavoro a rischio. Un quadro, ha usato dire senza mezzi termini Giammaria, «causato anche dalla totale mancanza in questi anni di una programmazione generale sul commercio». Lo spunto per parlare di crisi è la presentazione del bando regionale sui centri commerciali naturali presentato ieri dall'assessore alle pmi Francesco De Angelis, che mette in campo 22 milioni di euro a sostegno di 144 progetti presentati dai Municipi e dai Comuni del Lazio per favorire l'aggregazione dei negozi nelle strada maggiormente vocate allo shopping. Un'iniziativa giudicata assolutamente positiva da Confcommercio, Confesercenti e Cna di Roma, che hanno anche sottoscritto un protocollo con la Provincia per mettere in rete i centri commerciali naturali. Ma da qui a parlare del futuro del settore in un momento a dir poco negativo è poco. «Solo il 10% dei Comuni del Lazio ha adottato un Piano del commercio così come dispone la legge del 1999 e tra questi non c'è Roma», incalza il responsabile del settore urbanistico della Confcommercio Graziano Di Gioia. Altra grave lacuna è la non attuazione della legge regionale sul commercio che sostituirebbe l'attuale 33 del 1999. De Angelis ha fatto sapere che «intende approvarla entro la fine di questa legislatura e già la prossima settimana provvederà a illustrarla alle associazioni di categoria». Intanto qualche anticipazione: la legge sancirà la correlazione tra concessione edilizia e autorizzazione commerciale anche per un maggiore equilibrio tra piccola e grande distribuzione; regolamenterà gli outlet e interverrà nel settore dell'ambulantato e del commercio su aree pubbliche.

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