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Ecco la nuova mappa sismica

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È quanto emerge dalla nuova classificazione sismica del Lazio realizzata dall'Enea per conto della Regione. Un team di fisici ha infatti messo a punto una nuova metodologia che, in base ai nuovi criteri per la classificazione sismica del territorio nazionale stabiliti nel 2006, ha permesso di aggiornare la precedente mappa del rischio realizzata nel 2003. «Le precedenti Zone Sismiche 2 e 3 ora sono state suddivise in 2 sub-zone ottenendo così un totale di 5 Zone Sismiche: Zona 1, Zona 2A e 2B, Zona 3A e 3B», spiegano Dario Rinaldis e Guido Martini, rispettivamente ingegnere e geologo dell'Enea in forza al Dipartimento Ambiente, Cambiamenti Globali e Sviluppo Sostenibile, Sezione Prevenzione Rischi Naturali e Mitigazione Effetti. L'analisi conferma l'elevata pericolosità sismica del settore appenninico regionale: il numero di comuni in Zona 1 della provincia di Rieti è sostanzialmente stabile mentre aumenta quello dei comuni della provincia di Frosinone. La Zona 2A forma una fascia di comuni a contatto con la Zona 1, mentre la Zona 2B copre gran parte del territorio regionale: numerosi comuni della provincia di Viterbo passano dalla precedente Zona 3 alla Zona 2B così come diversi comuni della provincia di Latina e della provincia di Frosinone passano dalla Zona 2 alla Zona 3A. Circa gli effetti dei terremoti su Roma, spiegano Rinaldis e Martini, «la pericolosità sismica della Capitale deriva da zone sismogenetiche poste al di fuori della città, siano esse relativamente vicine, come i Colli Albani, o lontane come quelle appenniniche. Pertanto è da escludere la possibilità che Roma si venga a trovare in area epicentrale. I possibili danneggiamenti nella città di Roma dipendono, oltre che dalla vulnerabilità degli edifici, sia dalle caratteristiche sismologiche degli eventi, sia dalla geologia e morfologia locale che può determinare fenomeni di amplificazione sismica».

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