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"Referendum per il Forlanini"

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Un referendum per il Forlanini, come proposto qualche giorno fa dal segretario regionale del Pd, Roberto Morassut e tempi strettissimi per il «nuovo» San Giacomo. A ribadirlo il presidente della Regione, Piero Marrazzo. «È possibile fare un referendum per il Forlanini, bisogna sempre scegliere in base alla volontà e alle indicazione che arrivano dai cittadini - ha sostenuto Marrazzo - la Regione farà le scelte finali ascoltando sempre i cittadini, quale che sia lo strumento di partecipazione o di definizione di questa volontà. Basta ricordare - ha proseguito - che il Lazio è una regione commissariata sotto il profilo della sanità e che quindi il bene in questione deve essere utilizzato all'interno di questa logica».  Inevitabile poi il riferimento al San Giacomo, l'ospedale nel cuore di Roma chiuso diversi mesi fa e che Alemanno avrebbe proposto di riaprire per accogliere gli sfollati dell'Abruzzo qualora ce ne sia la necessità. «Capisco lo spirito di solidarietà che ha spinto il sindaco di Roma - ha commentato Marrazzo - però non è possibile perché noi abbiamo definito il progetto di riapertura. Il progetto ormai è pronto, è una questione di giorni. Devo incontrare solo il sottosegretario Fazio per poi inviarlo, ora insomma è davvero soltanto una questione organizzativa». La replica arriva puntuale dal capogruppo alla Regione dei Socialisti Riformisti, Donato Robilotta. «Con le dichiarazioni sull'indizione di un referendum per decidere la futura destinazione del Forlanini il Presidente Marrazzo, dà ragione a quanti, come il sottoscritto, lo hanno accusato di chiuderlo alla cieca senza aver prima deciso che farne - incalza Robilotta -. È già successo con il San Giacomo, chiuso dopo una costosa ristrutturazione, con macchinari delicati e costosi che sono rimasti all'interno dell'ospedale perché per essere portati via bisogna abbattere intere pareti. Inoltre, il personale qualificato del San Giacomo non è servito a coprire i buchi di altri ospedali ma si è aggiunto agli altri con aumento delle spese e in qualche caso, come quello di nefrologia, c'è stata una vera e propria discriminazione, tanto che la RM C ha in qualche modo declassato il primario nefrologo del San Giacomo pur di fare un altro concorso e creare così due posti di primari quando ne è previsto uno solo. In questo modo la chiusura del San Giacomo non ha portato a nessun risparmio di spesa, anzi, sicuramente ci costerà qualche milione di euro per la sua trasformazione.».

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