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Gazometro, un arresto per omicidio

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C'è una richiesta di arresto per l'omicidio di via del Gazometro. E c'è un testimone oculare che incastrerebbe il presunto colpevole. Il ricercato è Alessandro Fasciani, 29 anni, nipote del boss di Ostia, Carmine. Da indagato per rissa il ragazzo ora è accusato di omicidio e tentato omicidio plurimo. E dal momento che è irreperibile sin dalla notte della mattanza, il 29 marzo, con un mandato di cattura sulla testa adesso Fasciani è considerato latitante. Alle 4,30 di quella sciagurata notte, davanti al Gran Caffè Imperiale si scatenò l'inferno. Gianfranco Bonavita, 31 anni, morì con una coltellata al cuore, e tre suoi amici furono gravemente feriti: sono Massimiliano Lustri (er Tapparella), Santocarlo Cesare e Vincenzo Picchiarotti. Il pm ha chiesto e ottenuto dal Gip l'ordinanza di custodia sostenendo l'accusa con una testimonianza oculare: «Ho visto Fasciani armato di coltello, era lui a colpire i tre. Sembrava un film dell'orrore». E avvalendosi del racconto di altre persone che hanno assistito alla violenza. Sono una ventina. Ma l'altro pezzo forte che inchioda Fasciani lì quella notte sono due ragazze che quella sera erano col ragazzo di Ostia e fuggirono a bordo di una Toyota bianca dietro la jeep nera del giovane. Dapprima, in Questura avrebbero negato. Poi messe sotto torchio dagli investigatori della Squadra Mobile hanno ammesso. «La persona identificata come autore dell'omicidio e dei tre tentati omicidi - sostiene il legale di Massimiliano Lustri, l'avvocato Gianluca Arrighi - continua a rendersi irreperibile e questo non fa che peggiorare la situazione. Lo invito - incalza l'avvocato - a costituirsi e ad assumersi le sue responsabilità, anche per fornirci la sua versione dei fatti».

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