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Casa delle bambole, lotta anti-sfratto

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{{IMG_SX}} Un mese fa il Comune aveva dichiarato che «avrebbe fatto tutto il possibile per difendere la Clinica delle bambole e tutte le altre botteghe storiche della città». Ieri mattina invece Pierina Cesaretti, la titolare della bottega delle bambole di via Magnanapoli 9, si è dovuta incatenare davanti al negozio per impedire all'ufficiale giudiziario di eseguire lo sfratto. «Dovrete passare sul mio corpo» ha ammonito Cesaretti che, alla fine, l'ha avuta vinta. Almeno per una settimana. Quando l'ufficiale si ripresenterà per prendere possesso dell'immobile. Questa bottega, dove dal 1939 vengono riparate bambole e giocattoli antichi, ha il titolo di «negozio storico», che la rende oggetto di particolari tutele da parte del Comune. Una realtà in pericolo come le numerose botteghe storiche che rischiano di scomparire per i prezzi alti degli affitti. Motivo per cui il Campidoglio ieri pomeriggio si è impegnato a trovare entro un mese un locale alternativo all'interno di uno degli immobili di sua proprietà dove far trasferire la Clinica delle bambole. Decisione presa dal delegato al Centro storico Dino Gasperini che ha rassicurato personalmente la titolare della bottega salita al Campidoglio per rinfacciare le «promesse non mantenute». Ma, nel frattempo, il negozio dovrà chiudere, dal momento che il primo aprile l'ufficiale giudiziario si ripresenterà. «E mi ritroveranno di nuovo qui in catene» ha annunciato la titolare. Dopo quanto accaduto ieri, il futuro dei negozi storici sembra diventare sempre più cupo. Cinico il commento del presidente della commissione Cultura del Comune Federico Mollicone: «Quanto accaduto alla Casa delle bambole è il simbolo del destino di decine di botteghe storiche. La Giunta Alemanno ha cercato la mediazione fino in fondo ma, malgrado la nostra vicinanza umana alla signora Cesaretti, non si può ledere il diritto di proprietà». Proprietà che nel 2007 è passata da Risorse per Roma (società comunale partecipata) alla società «Case 3000» che adesso intima lo sfratto. Ma la titolare dell'attività ritiene di non aver potuto esercitare il diritto di prelazione per acquistare il negozio dove da oltre vent'anni ripara le bambole col marito. In difesa di quella che è una delle botteghe storiche più famose della Capitale, sono intervenuti anche i consiglieri del I Municipio. Il capogruppo del Pd Livia Di Stefano ha ammonito: «Quello che sta accadendo è scandaloso, vogliamo risposte precise dall'assessore Bordoni e conoscere le intenzioni dell'amministrazione riguardo alla tutela delle botteghe storiche».

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