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Palazzo del Laterano tra motivi classici e scene bucoliche

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L'interventodi Domenico Fontana si inserisce su una preesistenza sedimentata e gia stratificata nel corso dei secoli. Il complesso, infatti, nasce sui resti dell'antico «Patriarchìo Lateranense» e fu commissionato all'artista da Papa V. Inizialmente destinato ad ospitare la Corte Pontificia, durante la calura estiva, Innocenzo XII, vi trasferì un ospizio per orfane con il laboratorio artigianale utilizzato per la lavorazione della seta. Difficile immaginare che il Papa avrebbe scelto il palazzo, benché opulento e degno del suo ospite, come dimora temporanea. La lontananza dalla sede storica del Vaticano non avrebbe permesso, in presenza di evidenti necessità difensive, il trasferimento immediato nelle stanze sicure del pontefice. Ma c'è anche una ragione di carattere igienico che fece mutare la destinazione d'uso. Pare che l'aria non fosse così salubre come descritta dai progettisti. Elegante nella sua composizione formale - ed è qui che si assiste ancora alla ripartizione classica dello schema di facciata, basato sull'equilibrio delle forme e degli spazi - l'edificio presenta tre prospetti articolati allo stesso modo, di cui quello in asse con la Chiesa di San Giovanni in Laterano, che si apre sull'omonima piazza, fu concluso nella prima metà del Settecento. Divisa da tre livelli, scanditi da finestre a timpani arcuati e triangolari alternati, la facciata si completa con il balcone centrale del piano nobile, sostenuto da colonne e sormontato da un elaborato stemma araldico. L'interno, accuratamente restaurato alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, si articola, festoso, nella sequenza di luminosi saloni finemente decorati con motivi floreali, paesaggi, scene bucoliche, architetture e figure dal sapore grottesco. Di grande pregio, il ciclo di affreschi della «Sala della Conciliazione», dove l'11 febbraio del 1929 furono firmati i patti lateranensi.

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