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«È uscito? Lo riportiamo dentro noi»

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Adessovogliamo giustizia, la vera giustizia». Quando commenta il "fermo" del pirata della strada che le ha ucciso il marito, non immagina nemmeno che sarebbe tornato a casa con una denuncia a piede libero. Ieri pomeriggio, Leonor Florentin, di origini filippine ma da 30 anni in Italia, da 21 anni sposata con Igino Checchi, il bidello travolto la sera dell'11 marzo a via Casilina è corsa al Comando dell'VIII Gruppo. Con lei c'erano il nipote, il fratello, la sorella e la cognata della vittima. La donna piange e il fratello Umberto continua: «ho avuto fiducia nella giustizia e voglio continuare ad averla». E ricordando Igino: «era un uomo buono e l'ha lasciato come un cane in mezzo alla strada. Si doveva fermare, non posso avere pietà, è un italiano come noi, deve pagare fino all'ultimo». E davanti ai vigili urbani e al comandante Antonio Di Maggio, ammonisce: «Giustizia deve essere fatta, lui oggi non deve uscire da qui, se esce lo fermiamo noi, ci pensiamo noi a rimetterlo dentro - dice - pagano i romeni, paghino anche gli italiani, anche per dare un esempio di giustizia ai romeni». I parenti, si costituiranno parte civile all'eventuale processo.

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