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Colli Aniene, quartiere illegale

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Oltre ventimila residenti vivono dal 1973 senza certificato di agibilità

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Circa 20 mila residenti che vivono a Colli Aniene non riescono a ottenere il nulla osta di abitabilità, con l'impossibilità quindi di poter vendere casa o affittarla. Le botteghe non potrebbero essere utilizzate per alcuna attività, gli studi di analisi cliniche perdono la convenzione con il sistema sanitario nazionale. A peggiorare la situazione, dal 2002 sono cominciate ad arrivare le multe ai singoli titolari di appartamenti e negozi, proprio perché non hanno il tanto sospirato certificato. Guai anche per i coniugi che si separano: nessun giudice dovrebbe concedere l'affidamento dei figli a uno dei due in una casa senza abitabilità. Oggi, a oltre 35 anni dalla consegna dei primi appartamenti, il Comune non è in grado di consegnare l'attestato. «La cosa ancora più schizofrenica sta nel fatto che nei verbali di contravvenzione per il mancato ottenimento dell'abitabilità viene indicata la possibilità di ricorrere, secondo l'articolo 22 della legge 689 del 1981, al giudice di pace», sottolinea l'architetto Gino De Girardi, presidente del comitato Colli Aniene e prima ancora dipendente della Auspicio, cooperativa bianca che insieme alle omologhe rosse, ha costruito il quartiere negli anni 70. «Ma in udienza il cittadino si troverà con l'avvocatura del Comune che contesta, secondo lo stesso articolo e legge, la competenza nel contendere di detto giudice». «Nel 2006 riesco, dopo vari colloqui anche con gli assessorati, ad avere un incontro con il IX Dipartimento del Comune - dice De Girardi - e con il dirigente La Pasta (dal 2009 sostituito dalla dottoressa Gallani). Ne viene fuori che la difficoltà per avere il certificato di agibilità sta nel fatto che gli uffici del Comune per l'applicazione delle norme di convenzione, non sono in grado di stabilire quanto il Comune ha speso nel territorio del Tiburtino sud ai fini di far rientrare nelle casse comunali le anticipazioni per i lavori da ultimare».

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