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"Ater, serve subito una riforma"

Sotto accusa le spese della dirigenza Ater

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Ne è convinto il delegato del sindaco all'Emergenza abitativa, Marco Visconti, che ha proposto di introdurre nel tavolo congiunto del Comune con la Regione per l'emergenza casa, anche una riorganizzazione completa dell'Ater Roma. «È un'azienda che perde milioni di euro l'anno - spiega Visconti - senza dare un servizio efficiente. Basti pensare ai 500 milioni di euro di arretrati Ici che l'Ater Roma deve dare al Comune. Occorre quindi agire in fretta e pensare a un'azienda nuova che sappia finalmente rispondere alle necessità di una fascia debole della cittadinanza che è profondamente diversa da quella cui è chiamata a rispondere l'azienda territoriale». Il primo passo da compiere è dunque quello «di una rapida dismissione di una parte del patrimonio - sostiene il delegato all'emergenza abititativa - penso ad esempio alle proprietà più vecchie e ai locali commerciali, spesso chiusi per anni o occupati abusivamente. Serve insomma un piano di rilancio che preveda da una parte la vendita di immobili e dall'altra un serio investimento nell'edilizia residenziale pubblica. Ancora, serve più dialogo e più colloborazione con il Comune sia per contrastare le occupazioni abusive sia per concertare investimenti e interventi su nuovi alloggi e ovviamente sui criteri di assegnazione. Per fare tutto questo però occorre innanzitutto che l'Ater sia meno politicizzata e che si spezzi un circolo clientelare che può dare adito a situazioni poco trasparenti». E proprio in fatto di trasparenza, è stato ieri il segretario regionale del Pd, Roberto Morassut a difendere la cosiddetta «operazione trasparenza» che avrebbe messo in piedi il presidente dell'Ater Roma, uca Petrucci. Un'operazione «trasparenza» che dovrà far luce, a questo punto, non solo sul fatto che la commissione Alta Vigilanza sia composta di fatto da una sola persona esterna all'azienda, ma anche sulle consulenze di altri sei dirigenti nominati negli ultimi due anni, esterni e distaccati dal Comune di Roma, così come i due casi riportati ieri da questo giornale, uno dei quali proveniente proprio dall'assessorato che fu di Morassut.

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