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Rifiuti, i verbali dei veleni

I rifiuti all'interno delle due discariche sequestrate

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I fumi tossici emessi nell'aria venivano registrati ma nessuno al Gaia faceva niente per eliminarli. Invece a sparire erano i registri e in più si manomettevano i dati per cancellare ogni allarme registrato dal sistema elettronico Sick. I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Roma, coordinati dal capitano Pietro Rajola, hanno aperto un'inchiesta coordinata dalla procura di Velletri durata un anno e hanno scoperto una filiera di società accusate ora di associazione per delinquere finalizata al traffico di rifiuti, falso e truffa. Scrive il gip Alessandra Ilari: «L'organizzazione è ben rodata, ognuno ha il suo ruolo: contattato l'imprenditore che vuole vendere rifiuti come cdr: gli intermediari dei rifiuti indirizzano verso i canali giusti (i laboratori che falsificano le analisi e forniscono i certificati che il cdr è in regola, ndr), poi dell'arrivo del carico avvertono il Consorzio sulla disponibilità del quale sanno di poter contare». Nei giornali di bordo dei due termocombustori gli operatori scrivevano tutto. Un orrore. A partire dal marzo scorso i militari del Noe sono entrati più volte negli impianti del Consorzio. Ecco alcuni stralci di emissione velenose registrate. 31 agosto 2008: «Problemi nel gestire la combustione all'interno del forno a causa di combustibile da rifiuto (cdr)»: deve essere secco, altrimenti sprigiona diossina, trattato e ridotto a pezzi non più lunghi di 20 centimetri. Dal giornale del 17: «Problemi di combustione: sono state necessarie notevoli portate di aria a discapito del rendimento». Il 22: «Impianto in marcia a cdr di scarsa qualità». Tre giorni dopo: «Diminuito il carico per problemi con il cdr umido». Stesso giorno, altro turno di lavoro: «Umidità nel cdr combusto». Il 27 si registra dell'altro: «Durante tutto il turno è continuato il problema dell'acido cloridico (Hcl) con valori superiori alla media giornaliera, sollecitata l'attenzione della direzione». Nel turno successivo: «Umidità del cdr». 30 aprile: «Presenza di materiali ferrosi nelle scorie». Il 1° maggio: «Valori alti di acido cloridico nei fumi». Seconda segnalazione: «L'acido tende a non scendere». Il 3: «Si segnala uno scarico di cdr Ama Nuovo Salario (lo stabilimento dove è stato prodotto, ndr) particolarmente grosso con pezzatura superiore ai 20 centimetri. Informata, l'ingegner Brida ha autorizzato lo scarico». Oppure: «Presenza di lastre di alluminio nelle scorie». E anche: «Cdr scadente». Perfino «lastre di metalli bassofondenti». Il 5 maggio nello stabilimento i carabinieri effettuano il campionamento del cdr. Sul carico proveniente dal Nuovo Salario le analisi del dottor Vito Ferri definiscono il cdr non conforme perché cadmio+mercurio superano i limiti: il massimo è 7, nel test è arrivato a 20,3. Stessi sforamenti ci sono stati per umidità, ceneri e cromo. E cioè, rispettivamente i livelli massimi devono fermarsi a 22, 20 e 100. Invece erano: 29, 25 e 171.

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