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Caso Hannoun in Parlamento, Fdi punta il dito contro la sinistra che lo ha blandito e ora tace

Foto: Ansa

Gianni Di Capua
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Il caso Hannoun in Parlamento con il centrodestra che punta il dito sui silenzi della sinistra. In apertura di seduta alla Camera, Fratelli d’Italia, con la deputata Sara Kelany, ha chiesto un’informativa del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dopo l’operazione condotta a Genova che ha portato all’arresto del leader palestinese per chiarire «i contorni di questa indagine e come possa ridondare sulla sicurezza dei cittadini». Alla richiesta si è associato anche il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, ricordando comunque che «è in corso un’indagine e ciascuno deve essere considerato innocente fino a prova contraria».

 

«Fratelli d’Italia chiede che il ministro dell’Interno venga a riferire sul caso Hannoun, che venga a riferire a questo Parlamento i contorni di questa indagine e come questa possa impattare sulla sicurezza dei cittadini perché per FdI la sicurezza è imprescindibile», ha detto la deputata di FdI prendendo la parola in Aula prima che si avvii la discussione generale sulla manovra economica. Kelany ricorda che nell’indagine «si parla di reati gravissimi di terrorismo e di eversione» e che Hannoun «era organico all’organizzazione terroristica di Hamas e che l’avrebbe foraggiata».

«FdI – continua la deputata – da anni segnala la pericolosità di questo soggetto, osannato e coccolato da esponenti di Pd, Avs e Cinque Stelle, dalla deputata M5s Ascari che ha fatto con lui diverse missioni estere e dopo il 7 ottobre ha perseverato invitando alla Camera uno stretto collaboratore di Hannoun, come emerge nelle intercettazioni: un atteggiamento vergognoso che abbiamo stigmatizzato, ma le sinistre si sono trincerate in un imbarazzante silenzio. Abbiamo chiesto di prendere le distanze da questi soggetti, che non sono mai arrivate. Dovrebbe scusarsi con gli italiani chi ha blandito quest’uomo, oltre a dire con franchezza di non essere in grado di ricoprire ruoli istituzionali».

 

Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Cultura della Camera, ha ribadito che «l’arresto di Hannoun, la vicenda di Shahin e lo smantellamento in Italia della rete di finanziamento di Hamas sono fatti eclatanti, a cui va il nostro plauso al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. È doveroso un profondo ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile questa operazione: la Procura di Genova, la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza, senza dimenticare il supporto informativo cruciale fornito dall’Aise. Auspichiamo che il ministro Piantedosi venga in Parlamento a riferire e spiegare l’importanza di questa operazione, che ha svelato aree grigie del mondo pro Pal, un atto di chiarezza necessario anche per vedere le facce di quei rappresentanti della sinistra che hanno, nei fatti, favorito un’organizzazione terroristica internazionale».

«Un’operazione storica, quella che ha smantellato la cellula di Hamas in Italia, e che vede Hannoun – ricorda Mollicone – anello di congiunzione con la storia delle organizzazioni palestinesi utilizzate in Europa fin dagli anni Settanta per raccogliere fondi e arruolare manovalanza: stesso meccanismo utilizzato da Hannoun e Api. Si squarcia il velo che, dietro l’operazione benefica, celava il sostegno alla struttura militare di Hamas, che ricordiamo è un’organizzazione terroristica. Grave il silenzio di Conte, Schlein e delle sinistre, che vedono alcuni esponenti parlamentari coinvolti direttamente nelle raccolte di fondi».

 

A testimoniare il nervosismo che si respira a sinistra sulla vicenda anche la bagarre scoppiata alla Camera dopo la richiesta di Giovanni Donzelli, responsabile Organizzazione di Fratelli d'Italia, al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sull'operazione condotta a Genova. Una richiesta contestata dalle opposizioni perché Fratelli d'Italia aveva già chiesto la presenza di  Piantedosi, sullo stesso argomento. Bersaglio delle critiche il vicepresidente Fabio Rampelli, in quel momento alla guida dell'Aula. «Siccome è emerso un flusso di denaro importante che dall'Italia è uscito all'estero in modo irregolare, credo se questo crei dei problemi internazionali e abbia complicato anche alcune relazioni», ha sottolineato Donzelli, spiegando il motivo della sua richiesta. «Chiedo e confermo -ha ribadito l'esponente di Fdi- che il ministro Tajani venga in quest'Aula a dirci quanto per colpa delle opposizioni e se si sono complicate le relazioni internazionali e se queste opposizioni, con la loro sciagurata irresponsabilità, hanno danneggiato il percorso di pace che ha portato avanti il Governo italiano per creare due popoli e due Stati, aiutando davvero il popolo palestinese e non altri che invece stringevano accordi e andavano a braccetto con chi finanziava Hamas danneggiando il popolo palestinese».  Argomentazioni accolte da proteste da parte delle opposizioni. 

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