Il "campo" è già esploso. Scontro De Luca-Schlein e Fico non trova la giunta
È tornato, anzi, a dirla meglio, non è mai andato via. I suoi amici gli dedicano l’appellativo che fu di Amintore Fanfani: ecco a voi Vincenzo De Luca, il Rieccolo. Una vita sugli altari: sindaco di Salerno (prima candidatura nel 1993, quando a Palazzo Chigi sedeva Carlo Azeglio Ciampi), fino al 2015; deputato per due legislature; sottosegretario con Enrico Letta; e infine governatore della Campania.
E poi, come nel Monopoli, il ritorno alla casella di partenza. Di nuovo candidato sindaco a Salerno in primavera: un risultato che si aggiunge a un ricchissimo palmarès, perla quinta volta. Il ritorno nel capoluogo dove tutto è cominciato è poi l’inizio di un programma ambizioso: accerchiare il suo successore e dettargli l’agenda. Due piccioni con una fava: nel mirino c’è anche la "ragazza£ del Nazareno. Vi faccio vedere io chi smazza le carte.
L’ex governatore può contare su alcune fortezze che ha espugnato ai "nemici": il Pd campano, dove ha piazzato il figlio Piero; il prezzo della resa concordato con Elly Schlein; poi i quattro consiglieri regionali eletti con la lista A testa alta (8,4%, il terzo gruppo della coalizione); e un nugolo di fedelissimi disseminati un po’ da ogni parte.
La forza necessaria per provare il primo braccio di ferro con l’ex presidente della Camera, che il 29 dicembre dovrà comunicare la lista degli assessori della sua giunta. Per lo sceriffo c’è un solo nome vero: Fulvio Bonavitacola, la sua ombra, designato all’Ambiente. Una candidatura che aumenta la tensione con il Pd: l’ex vicepresidente è particolarmente sgradito al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. E poi insinuano i dem, sarebbe come avviare la stagione della foglia di fico, una sorta di terzo mandato del predecessore sotto mentite spoglie.
Fico non piace, in Campania è corsa a prendere la tessera di Forza Italia
Il clima, manco a dirlo, è bollente. A cavallo tra Natale e Capodanno, il nuovo presidente dovrà dare un volto ai dieci assessori (tre Pd, due M5S, uno per A testa alta, uno a IV, Avs e Mastella) che comporranno il suo puzzle. E soprattutto, dovrà sciogliere l’impasse con il Rieccolo. Dalla padella alla brace: se Bonavitacola sarà assessore, partirà l’accerchiamento; se non lo sarà, scoppierà la guerra in campo aperto.
Un conflitto che rischia di coinvolgere pesantemente anche il Pd. I fedelissimi di Elly Schlein, che dovettero incassare lo smacco dell’accordo con il «cacicco», stavolta sono pronti a reagire. E a far saltare il tavolo, con il plenipotenziario Marco Sarracino, che si dice pronto a incassare la vicepresidenza, a costo di evitare il ritorno dell’ex (per poco) sindaco di Salerno. Si è mossa la senatrice Susanna Camusso, commissaria dem a Caserta, che ha espulso 24 tesserati illustri, accusati di aver sostenuto lo sceriffo alle elezioni regionali. L’osservato speciale numero uno, naturalmente, è Piero De Luca: «sta facendo il doppio gioco», sussurrano le malelingue.
Così l’unico nome certo, filtrato dalla delegazione dem a Palazzo Santa Lucia, è quello dello stravagante sindaco di Portici ed ex senatore, Enzo Cuomo. Il primo cittadino ha qualche problema di eleggibilità: deve dimettersi dal suo Comune prima di essere nominato assessore. Un bel guazzabuglio, lo spettacolo pirotecnico che anima il cielo della Campania. Un classico della commedia grottesca: i parenti sono ai ferri corti, impegnati in una rissa vera e propria per disputarsi i regali sotto l’albero. Il tutto mentre il capo famiglia prende diligentemente nota dei desiderata dei partner di coalizione, ricevuti ossequiosamente lunedì a Palazzo Santa Lucia.
Insomma, il Natale in casa Fico: "Te piace ’o presebbio?".
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