Gaza, l'accordo di Trump fa rosicare la sinistra. "Non è una pace", negata la realtà
La festa, evidentemente, non è qui. Basta dare un’occhiata ai banchi della sinistra alla Camera: volti scuri, umori a picco e bandiere ProPal già pronte per strada. Le notizie dall’Egitto sulla pace a Gaza tra Israele e Hamas? Un fulmine a ciel (quasi) sereno, proprio adesso che la stagione delle manifestazioni era entrata nel vivo. Quando si dice la sfortuna. A interpretare meglio di tutti la “disavventura” è Riccardo Ricciardi, capogruppo M5S a Montecitorio, fermo al solito copione: “Il contributo che avete dato a questo piano di pace è nullo, il contributo che avete dato al genocidio è tanto, continuando a fare affari con Israele. Fermatevi per il bene dell’Italia”. Insomma: Trump non esiste, il piano di pace nemmeno, e il governo italiano è – sorpresa! – complice di tutto.
Video su questo argomento Tommaso Cerno
Il mio appello ad Albanese: "Ringrazia Trump, la pace a Gaza non l'ha fatta la sinistra" | GUARDA
Nel suo intervento allo speciale del TG1, Elly Schlein regala ai telespettatori un piccolo blackout diplomatico: “Ora l’Europa deve recuperare il suo ruolo nella ricostruzione necessaria di Gaza…”. Un vero e proprio vuoto di memoria: Donald Trump scompare, così come la regia e la produzione del piano che ha sbloccato lo stallo. Nostalgia canaglia: il Nazareno per la pace aspettava la Flotilla. Dalle file di Forza Italia se ne accorge Isabella De Monte, vice responsabile Esteri: “Che la segretaria del PD nel suo commento nemmeno abbia citato il Presidente USA è grave e sbagliato”. Per la deputata azzurra: “Mai prescindere dalla verità, anche se la rivalità politica vi acceca”. Difficile darle torto, almeno sul principio.
Firmato l'accordo di pace tra Israele e Hamas. Festa delle famiglie degli ostaggi e dei palestinesi
Nel frattempo, in casa Alleanza Verdi e Sinistra, l’umore è quello di un lunedì mattina permanente, di quelli molto piovosi. Angelo Bonelli lo dice chiaro: “Più che di pace, parlerei di una tregua”. Insomma, niente brindisi. E ovviamente le condizioni: “Un accordo che nasce sotto la spinta di una potenza militare e che esclude le Nazioni Unite e la rappresentanza palestinese non può essere definito piano di pace”. Applausi, ma solo quelli da piazza. Conclusione? Altro che bandiere bianche: non è ancora tempo di festeggiare. La sinistra italiana preferisce continuare a manifestare. Stavolta anche contro la realtà
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