Guerra in Ucraina, l'Ue non trova unità: il nodo è l'Ungheria. "Putin prende in giro gli sforzi di pace"
Putin si sta prendendo gioco degli sforzi di pace. Per questo bisogna accelerare sulle sanzioni e rilanciare sugli aiuti militari a Kiev. E' il messaggio ripetuto dall'Alta rappresentante Ue per la politica estera Kaja Kallas e rilanciato dagli Stati membri, all'indomani del pesante attacco russo su Kiev che ha colpito anche la sede della delegazione Ue. "L'Ue continuerà e aumenterà il suo sostegno completo all'Ucraina su tutti i fronti, anche accelerando i lavori sul 19° pacchetto di sanzioni", si legge in una dichiarazione rilasciata mentre i ministri della Difesa Ue sono riuniti a Copenaghen. L'Ungheria non ha firmato il testo. Il suo isolazionismo inizia ad essere un problema. Il blocco dei pagamenti dell'EPF, il Fondo europeo per la pace che rimborsa le spese degli Stati per l'acquisto di armi, va avanti da oltre due anni. Questo veto "è ingiustificabile", attacca Kallas, "nell'EPF abbiamo 6,6 miliardi di euro bloccati, abbiamo offerto ai nostri colleghi ungheresi diverse vie d'uscita, diverse possibilità di non partecipare agli aiuti letali ma finora non siamo stati efficaci". Se sbloccati, questi 6,6 miliardi potrebbero essere utilizzati per la nuova iniziativa PURL, ovvero per il programma di acquisto di armi Usa per l'Ucraina lanciato da Usa e Nato, e "questo potrebbe sicuramente fare la differenza", fa notare Kallas.
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Dai ministri Ue è arrivato un "ampio sostegno" per rivedere il mandato delle missioni Ue a Kiev, compresa quella militare, e la novità è che l'Ue è pronta a inviare sul territorio ucraino gli addestratori per la formazione delle forze ucraine, finora stanziati soprattutto in Polonia. "Finora abbiamo addestrato oltre 80.000 soldati e dobbiamo essere pronti a fare di più. Questo potrebbe includere l'invio di istruttori dell'Ue in Ucraina e in parallelo presso accademie e istituzioni militari", riferisce la capa della diplomazia europea al termine del Consiglio informale Gymnich a Copenaghen. Gli Usa hanno detto chiaramente che daranno il loro paracadute per le garanzie di sicurezza post-belliche a Kiev ma che queste devono essere fornite dall'Europa. Per questo si ragiona su come definire l'assetto una volta siglata la tregua. C'è la coalizione dei Volenterosi, ci sono diverse posizioni sulle forze di peace-keeping, e ogni Stato deciderà come partecipare, osserva Kallas. Sicuramente ne parleranno anche i ministri degli Esteri riuniti sabato a Copenaghen nel formato informale di Gymnich. Da parte sua, il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, ha ribadito che l'Italia non manderà truppe sul suolo ucraino. Sul tavolo dei 27 anche il tema delle sanzioni, soprattutto alla flotta ombra russa, e di come ampliare l'uso dei profitti degli asset russi congelati.
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Nei prossimi giorni gli occhi sono puntati sul Cremlino da cui si attende una risposta all'invito di Trump a organizzare il bilaterale col presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Dal leader ucraino ricorda che le due settimane date dal presidente Usa scadono lunedì prossimo, 1° settembre. Il presidente russo, riferisce il Cremlino, "non esclude la possibilità di avere un incontro" con l'omologo ucraino. Se questo non avverrà, osserva il presidente francese Emmanuel Macron, "significherà che il presidente Putin ha giocato con il presidente Trump" e questo "non può restare senza risposta". Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, spera "ancora che l'incontro possa avvenire entro le prossime due settimane", ma al momento - dice in conferenza con Macron - non vedo alcuna disponibilità da parte di Putin: continua a porre condizioni impossibili da accettare".
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