
Roma Pride, Luxuria attacca Meloni: "Amica dei bulli". Poi il ritornello sul fascismo

Al Roma Pride, dove oltre a quelle arcobaleno sventolano le bandiere della Palestina, c'è anche Vladimir Luxuria. L'attivista ed ex membro della Camera dei deputati, presente al corteo che attraversa la Capitale con lo slogan "Fuorilegge" (la canzone della madrina Rose Villain), sfrutta l'occasione per attaccare frontalmente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e accusandola di essere "molto amica di quei bulli che sono al potere e che spesso fanno politiche omofobe ma soprattutto transfobe". Nel mirino dell'opinionista ci finisce anche Orban, che "ha fatto una cosa che dovrebbe preoccupare anche qui in Italia".
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Luxuria è determinata e denuncia che, "nel cuore dell'Europa" e nel 2025, "il Pride a Budapest è un reato. È un crimine. E mi scandalizza che quando avevamo Draghi, che per altro è uno tecnico, prese posizione e condannò Orban", dice. Poi, però, l'intervento prende una piega diversa. L'attivista non si lascia sfuggire l'opportunità e rispolvera il solito ritornello sul fascismo. "Adesso il silenzio assoluto. Chi tace acconsente. Qui non stiamo parlando solo di vietare il Pride, stiamo parlando di vietare una manifestazione. E quando si è silenti davanti alla libera manifestazione del pensiero si è complici di qualcosa che si chiama 'fascismo'", scandisce.
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