
Nino Benvenuti "figlio dell'Istria italiana": il ricordo commosso di Roberto Menia
"Da stasera c'è una nuova stella che brilla sopra il cielo d'Italia. Voglio ricordare Nino Benvenuti, un mio caro amico, una leggenda e un patriota per tutti": così il senatore di Fratelli d'Italia, Roberto Menia, ha ricordato il campione del mondo dei pesi medi di pugilato e medaglia d'oro a Roma '60, scomparso ieri all'età di 87 anni. "Ho un ricordo vago, di quando ero bambino, di una radiocronaca ascoltata di notte e poi, un po' più avanti e sempre di notte, di quegli incontri della triade. Di quella sua prima grande vittoria, campione del mondo dei medi, si dice che furono 18 milioni di italiani alla radio. Ho questi ricordi di quest'Italia in cui ci si immedesimava. Era l'Italia del boom e dei simboli", ha raccontato Menia con affetto. Il senatore, però, ha voluto fare luce su un altro aspetto che ha sempre caratterizzato il campione: "Tutti ricordano che era triestino. In realtà, era esule dalla nostra bella, dolce Istria. Anche se gli italiani non la conoscono più. Aveva lasciato la sua città da ragazzino dopo aver vissuto gli anni dell'occupazione juvoslava. L'incantesimo per lui si ruppe in un pomeriggio d'estate del 1947. Entrarono in casa due persone della polizia politica titina, prelevarono suo fratello, poliomelitico e sedicenne. Era in carcere a Capodistria. Dopo 7 mesi, fu riconosciuto innocente, ma i Benvenuti furono cacciati. Nino rimase là perché c'era bisogno di aiutare i nonni. Lui conquistò il mondo a pugni e mi ha lasciato una dedica dolcissima: 'Per il nostro amore comune d'Italia'. Di lui ricordo l'amico, l'italiano, lo sportivo, il figlio dell'Istria italiana, il consigliere comunale di Trieste e l'esempio", ha concluso il senatore di FdI, con la voce rotta dalla commozione.
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