
Lega, l'intervista a Sardone: “Io vicesegretaria? Onorata. Ora lotta ai clandestini e all'islamizzazione dell'Italia”

«Continueremo a contrastare l’immigrazione irregolare e i processi di islamizzazione dell’Italia e dell’Europa, senza dimenticare l’importanza di essere un punto di riferimento per le imprese e i cittadini, promuovendo la semplificazione burocratica e la riduzione delle tasse».
Silvia Sardone sintetizza così gli obiettivi che si pone come (neo) vice segretario della Lega.
Si aspettava la nomina a vicesegretario? Quali saranno le sue priorità in questa veste inedita?
«No, non me l’aspettavo ma ovviamente rappresenta una enorme soddisfazione ma anche una grande responsabilità. Ho ricevuto moltissimi messaggi di stima. La mia priorità sarà affrontare le sfide quotidiane che la Lega deve affrontare portando grinta e costanza. Ritengo fondamentale, oggi più che mai, sostenere Matteo Salvini e rafforzare l’identità della Lega in diversi ambiti: un movimento vicino ai territori, impegnato sulla sicurezza, nella lotta al degrado, nel rilancio delle periferie e nel sostegno alle forze dell'ordine».
Volendo fare un paragone calcistico, lei, fino ad oggi, ha svolto il ruolo di centravanti di sfondamento. Ora è chiamata a trasformarsi in un allenatore. È pronta per questa mutazione?
«No, non mi sento un allenatore. Quello è Matteo Salvini. E lo fa egregiamente da tempo. Io al massimo sono un mediano che non molla mai, che lotta con determinazione. Credo che sia importante non ragionare in termini personalistici ma di squadra. La Lega è una grande comunità, tutti devono dare il proprio contributo».
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Sia lei che il generale Vannacci siete europarlamentari. La scelta di Matteo Salvini sottintende una valutazione squisitamente politica sull'importanza di Bruxelles?
«In questa fase storica ciò che succede a Bruxelles ha sempre più un impatto sull’Italia e sulle nostre politiche. Noi della Lega siamo l’unica vera opposizione a questa maggioranza che purtroppo non sta portando avanti alcun serio ripensamento rispetto ai danni che ha provocato con le sue strategie in questi anni. Penso alle conseguenze negative legate al Green Deal in particolare, alla distruzione del settore auto, alle politiche che penalizzano la nostra agricoltura e il Made in Italy. Con i Patrioti siamo sempre più forti all’Europarlamento e di fronte all’incapacità e all’arroganza della Commissione siamo un’alternativa sempre più credibile e capace di rispondere alle vere esigenze del nostro continente».
La Lega è in un momento, numeri alla mano, di non semplice gestione. Da dove partire per un rilancio significativo?
«Il congresso di Firenze ha già rilanciato in maniera importante l’azione della Lega che deve, sempre di più, prendere forza dalle istanze dei territori. Io credo che la parola d’ordine sia coraggio, nelle scelte, nelle idee, nelle strategie. Dobbiamo portare avanti le nostre battaglie senza timori, senza farci schiacciare dal politicamente corretto, senza avere paura, sempre a testa alta».
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Continuerà, con i medesimi toni, le sue battaglie su Islam e immigrazione o scalerà ad una marcia più bassa?
«Continueremo a insistere con determinazione su questi temi, destinati a segnare profondamente i decenni a venire. La Lega resta l’unica forza politica che affronta con coraggio e lucidità questa sfida cruciale. Al contrario, la sinistra, per puro calcolo elettorale, si piega alle pressioni delle comunità islamiche, arrivando a rinnegare simboli, tradizioni e radici culturali che ci definiscono, per abbracciare modelli estranei alla nostra storia. Noi rifiutiamo con fermezza ogni forma di islamismo, il proliferare di ghetti dove l'integrazione è assente, e un multiculturalismo ipocrita che ha già mostrato tutti i suoi fallimenti in Europa. Se non sapremo difendere ciò che siamo, rischiamo una lenta ma inesorabile sottomissione culturale. C'è chi vorrebbe cancellare i valori occidentali su cui si fondano la nostra libertà e i nostri diritti a partire da quelli delle donne».
Elezioni regionali in autunno: che prospettive vede per il suo partito?
«Sono battaglie importanti, dobbiamo sicuramente confermarci nelle regioni che amministriamo e tentare di vincere dove c’è da anni la sinistra. In questi giorni sono concentrata sulle comunali che ci attendono a breve, oggi sono a Genova. È importante ribadire ai cittadini che a tutti i livelli ci sono visioni opposte tra noi e la sinistra che tra l’altro è in controtendenza, a partire dall’immigrazione, persino con i loro alleati in tutta Europa. Penso per esempio alle proposte di Keir Starmer in Inghilterra che sono totalmente in contrasto con la solita retorica buonista di Schlein&Boldrini».
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