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Regno Unito, boom di Farage. Dalla Francia alla Germania la destra avanza ovunque

Pietro De Leo
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C’è una potenziale evoluzione del quadro politico che arriva dalla Gran Bretagna, dove una tornata elettorale tra suppletive e consultazioni locali ha visto stravolgersi il tradizionale quadro bipartitico. Ad avanzare, infatti, è Reform Uk, formazione ribellista ed antieuropea guidata da Nigel Farage. La svolta pragmatica impressa dal premier laburista Keir Starmer, soprattutto sul tema migratorio, pare non aver creato riflessi positivi per lui sull’elettorato. Anzi, i laburisti perdono il collegio di Runcorn and Helsby, nord ovest del Paese. Conquistato dalla candidata di Farage, Sarah Pochin, che la spunta letteralmente per una manciata di voti, appena 6, certificati dopo un riconteggio. È la prima volta che i Labour perdono in quella circoscrizione in oltre mezzo secolo. I Reform vedono una grande avanzata anche sul territorio, dove peraltro vincono in una "combined county authorities", cioè le aree amministrative che comprendono più contee.

 

 

 

Andrea Jenkins vince nel Greater Linconshire, popolata da un milione di persone ed è una zona di tradizione conservatrice. La stessa Jenkins, tra l’altro, è stata una deputata dei Tories. L’aspetto rilevante nel computo dei seggi locali si registra nel consiglio di Newcastle under Lyme, dove i conservatori, che partivano da una maggioranza bulgara, di 53 seggi su 62, perdono quota, mentre i Reform conquistano la maggioranza assoluta. Farage esulta, dichiarando che è il suo partito a poter rivendicare il ruolo di opposizione sostanziale al governo dei laburisti. I conservatori masticano amarono la leader Kemi Badenoch a osservare che «il rinnovamento del nostro patito è solo all’inizio», e aggiunge: «Sono determinata a riconquistare la fiducia degli elettori e i seggi che abbiamo perso». Anche i laburisti escono piuttosto incupiti da un risultato elettorale che, per quanto abbia interessato soltanto una minor parte dei seggi territoriali (oltre alla circoscrizione delle suppletive), in ogni caso può esser letto in successione rispetto al momento di crescita di consensi che stanno conoscendo, nell’Europa continentale, altre forze ribelliste, come il Front National di Marine Le Pen e Jordan Barella in Francia e Afd di Alice Weidel in Germania.

 

 

Su quest’ultimo fronte, ieri, c’è stata una novità che mentre la Grosse Koal grosse kolaition si prepara a governare rischia di condizionare profondamente il confronto politico. L’agenzia di intelligence interna BfV, infatti, ha dichiarato Afd come partito di «estrema destra dichiarata» e dunque non conforme alla Costituzione. Ciò significa che sarà legittimato il controllo di intelligence sulla sua attività politica oltre alla possibilità di ricorsi per tenerla fuori dalle competizioni. Il partito di Wiedel ha già annunciato un’azione legale. In Italia, Matteo Salvini commenta: «Gravissimo. Dopo Francia e Romania, un altro furto di democrazia? Solidarietà ad Afd e al popolo tedesco, che, stando ai numeri, oggi li sceglierebbe come primo partito».

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