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Almasri, Donzelli: "Maggioranza trasparente. Nel 2017...": cosa ricorda alla sinistra sulla Libia

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Il caso Almasri continua a tenere banco e ad accendere lo scontro politico. In risposta alle opposizioni, c'è stata oggi l'informativa di Carlo Nordio e Matteo Piantedosi sulla vicenda del generale libico arrestato in Italia, poi scarcerato e riaccompagnato nel suo Paese. I due ministri hanno parlato a Montecitorio e sono ora a Palazzo Madama. Il primo a parlare è stato il ministro della Giustizia: "Non faccio da passacarte, l' atto della Cpi era nullo", ha detto, precisando di essere stato avvertito quando Almasri era già stato arrestato. Poi è stata la volta del ministro dell'Interno, che ha sottolineato che Almasri "non è mai stato un interlocutore del governo" e che non c'è stato "alcun ricatto al governo". Intercettato dai giornalisti nei pressi di Montecitorio, anche il   deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli si è espresso. 

 

 

 

La Corte penale internazionale ha "creato le condizioni perché Almasri venisse scarcerato. Ha fatto in modo molto superficiale una richiesta d’arresto, in fretta e furia, nonostante avesse ferme le carte da mesi e questo ha fatto sì che venisse scarcerato", ha dichiarato. Sul rimpatrio immediato, Donzelli ha voluto evidenziare "l'efficienza" e "la trasparenza" della maggioranza "che fin da subito si è detta disponibile a riferire in Aula".

 

 

Trasparenza assente, invece, a sinistra: "È la sinistra che in passato ha fatto accordi con la Libia", ha tuonato Donzelli. "Non vi siete fatti problemi di coscienza quando avete stabilito la Via della Seta con la Cina e non vi preoccupavano i diritti umani in Venezuela quando il Movimento 5 Stelle scodinzolava da Maduro. E non vi siete preoccupati nemmeno dei diritti umani in Libia, quando il 2 febbraio del 2017 Gentiloni e Minniti firmavano il memorandum tra Italia e Libia, o il 2 febbraio 2020 quando a confermare il memorandum c’erano Conte e il Pd", ha ricordato il responsabile dell'organizzazione di FdI. 

 

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