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Pd, quel ritorno di Gentiloni che agita il Nazareno con il sogno del Colle

Aldo Torchiaro
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Il Nazareno può attendere. Se il ritorno in Italia dell’ex commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni preoccupa la segreteria di Elly Schlein, espressione della corrente opposta, niente paura: è pronto un diversivo. Il dirigente dem, formatosi alla scuola di Francesco Rutelli, prima al Comune di Roma e poi con la Margherita, è stato convocato da Antonio Guterres. Gentiloni avrà una occupazione di tutto rispetto, si badi bene. L’incarico di fare il co-presidente della task force Onu sul debito. Con particolare delega a quello dei paesi emergenti. La task force sarà guidata da Mahmoud Mohieldin, inviato speciale dell’Onu per il finanziamento dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, e appunto copresieduto da Paolo Gentiloni oltre a Trevor Manuel, ex ministro delle Finanze del Sudafrica, e Yan Wang, ricercatore accademico senior presso il Centro per le politiche di sviluppo globale dell’Università di Boston. La compagnia è eterogenea ma di alto profilo, non c’è che dire. E non potrebbe essere da meno, considerando che l’ex presidente del Consiglio risulta a pieno titolo tra i quirinabili, al prossimo giro.

 

 

L’impegno con l’Onu però è a scadenza: questo gruppo di lavoro informerà la Quarta Conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo, un processo intergovernativo facilitato dalle Nazioni Unite, che si terrà dal 30 giugno al 3 luglio 2025 a Siviglia, in Spagna. Da quel momento in poi, mani libere. Gentiloni potrà dire la sua sul governo e – soprattutto – sull’opposizione: la gestione dem nelle mani di Schlein lo vedrebbe, dicono, assai contrariato. L’area dei riformisti Pd, con Lorenzo Guerini, Alessandro Alfieri, Pina Picierno e Lia Quartapelle non vede l’ora di tornare a riunirsi e a contarsi. Né sembra mancare l’energia all’ex commissario europeo all’economia, che da soli dodici giorni è decaduto dall’incarico in Commissione. Dodici giorni in cui Gentiloni prima si è collegato con l’assemblea di Libertà Eguale, l’area che fa capo a Claudio Petruccioli, Stefano Ceccanti ed Enrico Morando. E due giorni fa ha tenuto a presentare il libro di Bruno Vespa, con Antonio Polito, in quel Tempio di Adriano che rimane il salotto cultural-mondano della politica romana.

 

 

Gentiloni è a bordo campo: fuori dalle linee di gioco ma intento a riscaldarsi i muscoli. Se il conte Gentiloni Silveri – famiglia aristocratica marchigiana – dovesse rimettere in piedi la squadra dei suoi, da Stefano Bonaccini a Dario Nardella e Paola De Micheli, sua fedelissima, si avvicinerebbe il momento per il congresso che il Pd di Schlein rimanda alle calende greche. Rutelli, che ieri ha preso parte alla cerimonia per gli 80 anni della Sioi, culla della diplomazia, ricorda spesso quando Gentiloni – nella Roma del grande Giubileo del Duemila – scompariva dalle riunioni in Campidoglio: «Scusate, ho lezione di tedesco». La vocazione internazionale c’è sempre stata. E per convincere l’italo-svizzera Schlein a fargli posto, un po’ di tedesco potrebbe perfino tornargli utile.

 

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