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Le toghe rosse e il sistema Lucano: le intercettazioni choc al Csm

Rita Cavallaro
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«Queste qua sono le mie controdeduzioni... Queste qua sono delle integrazioni fatte da un magistrato che si chiama Emilio Sirianni di Magistratura Democratica, che ovviamente è dalla nostra parte...». A rivelarlo in un'intercettazione del 4 agosto 2017 è Mimmo Lucano, travolto dallo scandalo sulla gestione dei migranti. A tentare di salvare il modello Riace, in quel caos documentale emerso dall’ispezione della Prefettura di Reggio Calabria, non c’era solo il sindaco, ma anche le toghe rosse. La circostanza emerge dagli atti con cui il Csm ha valutato negativamente l'operato di Sirianni, il giudice civile della Corte di Appello di Catanzaro, iscritto a Md, che si sarebbe speso per sottrarre Lucano dal giogo degli inquirenti. «Condizionato dal rapporto di amicizia e di condivisione di pensiero» con l’europarlamentare di Avs, Sirianni ha «inteso offrire a quest'ultimo il proprio "apporto" non solo di conoscenza tecnico-giuridica», scrive l'organo di autogoverno, «ma anche in termini più ampi, di (impropria) capacità di influenzare gli organi politici e la pubblica opinione, in ragione dell'appartenenza ad uno dei gruppi della Magistratura associata».

 

 

Insomma, mentre Lucano, allora indagato, metteva a punto un sistema arbitrario di spese da inserire nel rendiconto Cas per ottenere i fondi Sprar e coprire somme sottratte ai migranti, il giudice «ha fornito un contributo teso alla ricostruzione dei rapporti tra il sindaco di Riace e la Prefettura tramite la predisposizione di controdeduzioni avverso la relazione negativa degli ispettori» e ha materialmente «formulato un’istanza di accesso agli atti funzionale alle difese del Lucano». A rafforzare le «numerose improprie iniziative» di Sirianni ci sono le intercettazioni. Come quella del 4 agosto, quando Lucano stava preparando le controdeduzioni. «E sbagli Mimmo... Non puoi fare tutte cose come se fosse una questione di amicizia, tu devi fare funzionare una macchina amministrativa... Perché il caos documentale che emerge da queste ispezioni è anche conseguenza di una amministrazione... Disordinata... Se quelli dicono che non c'è nessun... Là parlava di fascicoli personali degli immigrati, non esistono dei fascicoli personali», spiega l’amico giudice. «No non è vero questo, è una stupidaggine», risponde Lucano, «io nelle mie controdeduzioni ho messo... Perché questa ispezione non vale niente, ho spiegato il perché e gliel’ho detto pure a chi l’ha fatta, ma gli ho detto hai fatto un’audizione con i rifugiati? No, hai fatto un'audizione con gli operatori? No, ti sei limitato, dove ti risulta che non ci sono i fascicoli personali, se non li hai visti». Sirianni lo stoppa: «Eh! Ho capito Mimmo, ma questo però non c'è nelle tue controdeduzioni... Se ci sono glieli dovete mostrare... Se avete i fascicoli personali... All’integrazione che farete... Bisogna proprio dire, chiaro e tondo, non è vero che non ci sono i fascicoli personali... Stanno là, se volete veniteli a vedere...».

 

 

Sirianni consiglia poi al sindaco di procedere a una richiesta di accesso agli atti, che lui stesso scrive e invia a Lucano con una mail il 6 ottobre 2017. Una richiesta poi rigettata per vizio di forma, per un errore che lo stesso Sirianni commette e che cerca di sanare il giorno dopo. Quando al telefono dice a Lucano: «Tu devi difendere, non devi aspettare la Procura, io non so chi cazzo sono questi, io mi fido solo delle persone che conosco... Vai a leggere quello che ti ho scritto, bisogna subito fare quest'altra domanda... E poi devi fare la richiesta di essere sentito...». Il giudice assicura che nel mentre si muoverà con Md. «Io domani vado a Roma a parlare con i vertici nazionali della Magistratura Democratica, voglio parlare di questa situazione e poi ti faccio sapere... Diciamo che ci sono modi e modi di fare le indagini... Voglio cercare di fare in modo che Magistratura Democratica prenda una posizione, anche se non è facile...», dice la toga rossa. Che dieci giorni dopo raggiunge l’obiettivo. È il sindaco a fare riferimento a «un comunicato che stanno firmando anche tanti magistrati inviato in tutta Italia». E il giudice: «L’ho fatto io gioia. A parte che ho contribuito a scriverlo perché là mancava la cosa più importante... Il destinatario, dovete mandarlo al governo, al ministero degli Interni... Poi me l’ha mandato e io ieri l’ho mandato su tutte le mailing list dei magistrati... Già a quest’ora avrà raggiunto un sacco di gente... Però ancora non ho visto niente sui giornali». Ma Lucano: «Vedi che mi ha chiamato quello dell'Espresso». E Sirianni: «Ah ti ha chiamato finalmente... come siete rimasti con Tizian (Giovanni, ndr)?». Audito il 5 settembre 2022 dal Csm, riguardo ai comunicati di solidarietà di Md e al fatto di essersi offerto a contattare giornalisti, Sirianni ha risposto di aver agito con lo scopo di mettere «in mora» l’allora ministro degli Interni dem Marco Minniti,«poiché a livello regionale (da parte del Pd) vi era un forte appoggio all'esperienza che si stava portando avanti a Riace», mentre la Prefettura di Reggio Calabria stava cercando di stroncare il modello Lucano.

 

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