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Ue, la vendetta di von der Leyen sui lupi: abbassata la protezione della specie

Susanna Novelli
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La vendetta, si sa, è un piatto da servire freddo. E lo ha servito bene, Ursula von der Leyen, appena rieletta alla guida della Commissione europea. È stata infatti approvata ieri dai rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l’Ue, riuniti nel Coreper, la proposta di abbassare il grado di protezione del lupo nell’Unione da «strettamente protetto» a «protetto». La proposta, presentata dalla Commissione alla fine del 2023, è stata approvata - guarda caso - in un giorno molto "ingolfato" anche dal punto di vista mediatico vista l’approvazione in contemporanea della riforma del patto di stabilità. Inutile la maxi protesta di oltre 300 associazioni animaliste, Wwf in testa, che nei giorni scorsi aveva chiesto invece di rafforzare la protezione del grande carnivoro.

 

 

Ma Ursula von der Leyen lo aveva promesso, già nella sua campagna elettorale, nella primavera scorsa: «Lo status di protezione del lupo va abbassato: non è l'uomo che si deve adeguare alla presenza del lupo, ma sono i lupi che devono imparare a convivere con l'uomo». In che modo i lupi dovrebbero imparare a convivere con l'uomo, purtroppo, non lo ha spiegato. Peccato. La verità è che la guerra di Ursula contro il lupo è cominciata nel settembre del 2022 quando un esemplare ha ucciso il suo amato Polly, un anziano pony di 30 anni, in Bassa Sassonia. A ridosso del drammatico evento la presidente della Commissione europea propose di declassare da specie «rigorosamente protetta» a specie «protetta» la status del lupo nella Convenzione di Berna, la più antica al mondo per la conservazione della natura e pietra miliare di tutti i programmi di conservazione europei. E non solo, tramite social la numero uno dell'Unione Europea sollecitò pubblicamente un'azione locale contro la presenza dei lupi.

 

 

Non ha mai avuto conferma ufficiale una «pressione esterna» sulle autorità locali, ma neanche un mese dopo la morte dell'anziano pony fu emessa un'ordinanza in cui il lupo «assassino», identificato grazie al Dna con la sigla GW950m, veniva inserito nella lista degli esemplari che possono essere uccisi in deroga alle norme di tutela. Una condanna a morte «a tempo», con scadenza al 31 gennaio 2023. E da qui comincia il giallo. Le ultime notizie ritrovate in rete risalgono all'aprile 2023. Sul sito «Open» si racconta di un elenco di lupi «trovati morti» pubblicato dalla Bassa Sassonia. L'ultimo della lista è GW950m. Nessuna specifica sulle cause del decesso, che pure in Germania vengono sempre esaminate e registrate. Probabile che l'esemplare sia stato ucciso ben dopo la condanna a morte a scadenza. Un «dente per dente, occhio per occhio» che non è bastato a Ursula che ieri ha portato a casa la vittoria sul canis lupus. Hanno votato contro il «declassamento» Spagna e Irlanda, astenuto il Belgio. Adesso parte l’iter per la modifica della Convenzione di Berna, nella quale sono elencate le specie a rischio. Il potere, del resto può.

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