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Rai, la verità di Lollobrigida annichilisce la sinistra: “Scurati? Siamo quelli intervenuti meno”

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Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, è stato intervistato dal Corriere della Sera e ha voluto smentire le menzogne sulla Rai che sarebbe divenuta un organo di partito, con l’ultimo esempio del caso di Antonio Scurati: “Sul caso Scurati o su una nostra presunta presa del potere in Rai, siamo di fronte a una bugia che più si ripete e più sembra vera, anche se è una falsità. Questo è il governo che è intervenuto meno sulla Rai. A me risulta che Giorgia Meloni ha pubblicato sui suoi social l’intero intervento di Scurati, e se permette vale un po’ di più in termini di popolarità e pubblicità. Gran parte dei libri di questo autore parlano di Mussolini e del fascismo. Tutta questa pubblicità lo aiuterà a vendere di più. Il problema è un altro. Dico una cosa chiara, è la nostra Costituzione a essere profondamente antifascista, anzi in maniera pensata, saggia, è stata scritta per evitare l’avvento di qualsiasi totalitarismo. E quindi per garantire libertà di espressione, di crescita economica e sociale, rispetto, non violenza. Sulla Costituzione - rimarca il ministro - ho giurato ed è ovvio che ne condivida tutti i principi fondanti. Ma è proprio sulla base della Costituzione che mi chiedo a che titolo i ‘professionisti dell’antifascismo’ possano impedire al direttore di un giornale di parlare all’Università, decidere di interrompere la seduta della Senato accademico con metodi squadristi o decidere chi può dire o cosa può dire. O chi può o non può festeggiare il 25 aprile”.

 

 

“Noi - rivendica poi Lollobrigida cambiando argomento - abbiamo fatto cose enormi per l’agricoltura, anche grazie al collegamento con i ministri precedenti. Mai come oggi l’agricoltura è centrale nel sistema economico italiano, mai così alti gli stanziamenti. Nessuna associazione si è aggiunta a quelle in guerra a Bruxelles, e tutte, da Coldiretti a Legacoop, vi diranno che sono soddisfatti del nostro lavoro. Questo conta, per me”. Con buona pace dei criticoni della sinistra.

 

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