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Scurati, Repubblica prima inventa il caso e poi fa finta di difendere Bortone

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Il caso di Antonio Scurati continua a tenere banco anche dopo che la Rai ha replicato alla nota dell’Usigrai. "Nessun controllo sull’informazione e nessuna censura sono state operate dall’azienda nei confronti di programmi e conduttori. La Rai è patrimonio di tutti gli italiani ed esprime oggi più che mai i valori del pluralismo e della libertà di espressione", ha dichiarato l'azienda. Tuttavia, la polemica non si placa e, anzi, viene cavalcata dalla sinistra. Sebbene sia stata fatta circolare una mail a conferma del fatto che lo scrittore fosse d'accordo a intervenire a titolo gratuito, Repubblica ha provato a smontare la questione del cachet, pubblicando un documento in cui si dice che l'ospitata è saltata per "motivi editoriali". La storia non finisce qui. Perché oggi il quotidiano diretto da Maurizio Molinari prova a difendere la conduttrice della trasmissione "Che sarà...". 

 

 

Ieri sera Serena Bortone, nonostante la premier Giorgia Meloni avesse già reso accessibile a tutti il testo del monologo del docente di letterature comparate e di scrittura creativa, ha voluto leggerlo in diretta. "Lo ha scritto per noi e me lo ha regalato", ha scandito dal centro dello studio. Repubblica, dopo aver montato il caso e fatto scatenare le opposizioni (che hanno subito gridato al fascismo), tenta oggi di tutelare la conduttrice del programma e diffonde la notizia secondo cui si starebbe pensando a un provvedimento disciplinare e a una chiusura del contenitore televisivo a giugno. 

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