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Antonio Scurati, il caso riaccende la polemica. Tajani: "Nessun rigurgito fascista"

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La vicenda di Antonio Scurati, lo scrittore che doveva recitare un monologo per il 25 aprile a "Che sarà..." e la cui presenza è saltata, ha fatto ripartire il solito coro della sinistra, che grida al fascismo. Una valanga di accuse hanno travolto la Rai e il governo di Giorgia Meloni per presunta censura. Ma i fatti, come spiegato dal direttore dell'Approfondimento del servizio televisivo pubblico, parlano chiaro. "Credo sia opportuno non confondere aspetti editoriali con quelli di natura economica e contrattuale", ha ricordato ieri. E sulla questione è intervenuto ora il ministro degli Esteri Antonio Tajani. 

 

 

Tra gli alleati del governo "non mi pare che nessuno abbia detto di essere nostalgico del fascismo. Nessun rappresentante della maggioranza. Mi pare che tutti quanti abbiano detto, compreso il presidente del Consiglio, che si tratti di un capitolo chiuso e condannato. Mi pare abbia usato sempre parole molto chiare da questo punto di vista", ha detto a margine dell’apertura della campagna elettorale di Forza Italia per le europee a Milano. "Mi pare che sia un capitolo chiuso - ha rimarcato Tajani - è una questione che è stata chiusa ottant’anni fa. Non c’è nessun pericolo di rigurgiti fascisti nel nostro Paese".

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