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Mussolini contro Tito, è derby tra Pd e Fratelli d'Italia. “Via quella medaglia”

Pietro De Leo
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C’è un derby sul ’900 che si gioca in Commissione Affari Costituzionali della Camera, a testimonianza di quanto le questioni aperte del secolo scorso conquistino ancora delle parti di agenda politica. Aveva già interessato le cronache politiche la proposta di legge di Fratelli d’Italia che modificava l’attribuzione dell’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana, prevedendone la cancellazione post mortem per chi è responsabile di crimini contro l’umanità. Lo scopo di questa proposta era revocare il Cavalierato di Gran Croce attribuito, nel 1969, a Josip Broz, drammaticamente conosciuto come Tito, il dittatore comunista jugoslavo le cui efferatezze furono alla base del massacro delle foibe. Ebbene, il dibattito intorno questa proposta si è arricchito di un capitolo ulteriore. Ora, infatti, un emendamento del Pd modifica in parte la normativa. Viene prevista la cancellazione post mortem in capo a quanti si siano macchiati di crimini di guerra e contro l’umanità, relativamente però anche ai riconoscimenti al Valore e al Merito dell’Esercito. La proposta di modifica porta la prima firma della capogruppo del in Affari Costituzionali, Simona Bonafè, ma con la sottoscrizione anche di Gianni Cuperlo, Federico Fornaro, Matteo Mauri.

 

 

Questo emendamento si rivolge all’altro "lato" dei mali del ’900, andando ad impattare su Benito Mussolini (Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare d’Italia) e i gerarchi fascisti. Il ragionamento che filtra dal Pd è il seguente: se il Parlamento ritiene di ritirare giustamente le onorificenze a chi si è macchiato di crimini, questo principio va osservato per chi ha avuto un riconoscimento civile ma anche per chi ha avuto un riconoscimento militare. In realtà ci sono anche altre proposte di modifica in ballo. Per esempio, Alleanza Verdi Sinistra chiede la cancellazione per delle onorificenze per chi è responsabile di disastri ambientali. Italia viva per chi sia stato condannato «in via definitiva» di genocidio. Ma la frizione che si va creando, evidentemente, è tra la proposta di Fratelli d’Italia e l’emendamento del Pd.

 

 

Ora, su richiesta del relatore della proposta, Alessandro Urzì, la commissione ha rinviato di una settimana l’inizio dei voti sugli emendamenti, che si terranno a partire dal prossimo 12 marzo. Dunque, come andrà a finire? Sarà possibile trovare un punto di caduta? Walter Rizzetto, deputato di Fratelli d’Italia, primo firmatario della proposta, sottolinea la diversa tipologia di onorificenze (quella militare, appunto) a cui si richiama la proposta del Pd. «Sono due cose diverse - ragiona al telefono con Il Tempo - tutti gli emendamenti vanno valutati tecnicamente e a quel punto decideremo come votare». Dunque la partita non è ancora chiusa. Ma l’"ora x" si avvicina. Chissà che non si riesca a trovare un angolo di pacificazione su temi ancora divisivi, quando ormai si corre verso il 25 Aprile, data in cui, ogni anno, il dibattito sui guai del ’900 diventa incandescente.

 

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